La cameriera spiritosa, Venezia, Fenzo, 1767 (L’astuzia felice)

 SCENA IV
 
 FILIBERTO e detti
 
 Filiberto
                             Oh qui tacer non posso.
 Leandro in casa mia!
 Lucrezia
640(Son rovinata adesso).
 Filiberto
 Chi gli diede il permesso! (A Lucrezia)
 So ben io... perché viene...
 Ma nol voglio.
 il Cavaliere
                             Lasciate
 che mi facia un disegno.
 Filiberto
                                               E qual disegno?
 il Cavaliere
645Di un vestito novel per la mia sposa.
 Filiberto
 Chi?... Leandro?
 il Cavaliere
                                 Non è forse colui
 un buon disegnator?
 Filiberto
                                         Lasciatel fare,
 vi accorgerete poi
 qual disegno farà sopra di voi.
 Lucrezia
650Oh domando perdono.
 il Cavaliere
                                            Via, non c’è male;
 s’egli è da maritar, non è gran colpa
 che voglia amoreggiar una fanciulla.
 Filiberto
 Voi parlate così. Voi che dovete
 sposar la mia figliuola?
 il Cavaliere
655Che importa a me!
 Filiberto
                                      Che importa a voi?
 il Cavaliere
                                                                           Che importa,
 s’io sposo la padrona,
 ch’egli sposi, se vuol, la cameriera?
 Filiberto
 La cameriera? (Guardando Lucrezia)
 Lucrezia
                               Sì signore.
 Filiberto
 Questa è un’altra facenda.
660Fin qua glielo concedo. (Al cavaliere)
 (Voglio dissimular ma non lo credo).
 il Cavaliere
 E di chi credevate
 ch’egli fosse invaghito? (A Filiberto)
 Filiberto
                                              Che so io!
 Confesso l’error mio. Non so che dire,
665certo che in questa casa
 non può un disegnatore
 che per la serva concepir affetto.
 (Non vuo’ che il cavalier entri in sospetto).
 il Cavaliere
 Compatitelo adunque. Io lo proteggo
670e a voi lo raccomando. (A Filiberto)
 Quello poi che comando
 subito voi gli riferite. Io voglio (A Lucrezia)
 un disegno... un disegno... verbigrazia
 fato con precisione e buona grazia.
 
675   Figuratevi un vestito
 fato come un gran vestito,
 ricamato a tutta moda,
 fianchi, liste, schiena e coda.
 Ah, che dite? Penso bene
680che conviene immaginar.
 
    Intrecciar colla verdura
 un pocchin d’architettura,
 fiori, frutti ed animali
 e le piante principali,
685tra le quali voglio unite
 queste due, l’olmo e la vite;
 ah, che dite! Un testimonio
 del fecondo matrimonio
 sul vestito ha da spiccar. (Parte)