La cameriera spiritosa, Milano, Bianchi, 1766

Vignetta Frontespizio
 SCENA X
 
 LEANDRO e dette
 
 Marianna
 (Leandro? Oimè!)
 Leandro
                                     (Qui il mio rival!)
 Lucrezia
                                                                        (Che vedo!) (Osservando Leandro)
 il Cavaliere
 Chi è quel signor? (A Lucrezia)
 Lucrezia
                                     Venite
 galantuomo, venite. (A Leandro)
255Egli è il disegnatore
 che alla mia cameriera
 i disegni provede. (Al cavaliere)
 Ite da quella giovine,
 ella v’additerà certo disegno,
260parto del mio buon gusto e del mio ingegno. (A Leandro)
 Leandro
 Non capisco...
 Marianna
                            Signor venite qui.
 Leandro
 Qual disegno sia questo?...
 Lucrezia
                                                   Andate lì. (Si alza e spinge Leandro verso Marianna e Leandro si accosta al telaio)
 Questi disegnatori,
 pieni più d’ambizion che di sapere,
265han timor che si rubi il lor mestiere. (Al cavaliere)
 il Cavaliere
 Han ragion di temer; poiché dal vostro
 peregrino talento
 svergognato sarebbe Appelle istesso.
 Lucrezia
 Questo di sua bontà, questo è un eccesso.
 il Cavaliere
270Oh me beato appieno, (Inchina)
 se oggi potrò sposare
 la vezzosa Marianna. (A Lucrezia)
 Leandro
 Questo non sarà mai. (Voltandosi con empito)
 il Cavaliere
                                           Con chi parlate? (A Leandro)
 Lucrezia
 Gelosia di mestier; non gli badate. (Al cavaliere)
275(Che m’avesse a scoprir io non vorrei). (Da sé)
 (Non avete cervello!) (Piano a Leandro) Eccommi a lei. (Al cavalier inchinandosi)
 
    Andiam, se si contenta,
 andiamo a spasseggiar.
 Lasciamo colla serva
280quel pazzo taroccar. (S’incaminano)
 
    Scusi. Un momento solo. (Si ferma)
 La prego a perdonar. (S’accosta a Leandro)
 (Se avete dell’ingegno
 capite il mio disegno,
285prestate, profittate,
 di più non posso far). (Piano a Leandro)
 
    Signore, mi perdoni,
 andiamo a spasseggiar. (Parte col cavaliere che le dà il braccio)