La cameriera spiritosa, Milano, Bianchi, 1766

Vignetta Frontespizio
 SCENA PRIMA
 
 Camera in casa del conte con due tavolette da acconciare la testa, una per parte, e varie sedie per la camera.
 
 MARIANNA e COSTANZA, tutte due alla tavoletta, che finiscono d’accomodarsi; LUCREZIA serve Marianna e BERTOLINA Costanza
 
 le quattro donne
 
    Un po’ d’arte fa del bene
 qualche volta alla beltà;
 ma tradirla non conviene
 con sovverchia infedeltà.
 
 Lucrezia
5Così è, così è signore mie,
 bisogna alla natura
 contribuir. Non contrafarla in modo
 che s’abbia a dir: «Quella fanciulla è bella
 ma spogliatela poi, non è più quella»;
10se vi è qualche difetto,
 correggerlo convien ma con dolcezza.
 Se vi è qualche bellezza,
 procurar che risalti e far di tutto
 che piaccia il bello e non dispiacia il brutto.
 le quattro donne
 
15   Se ha la sorte all’uom concesso
 sopra noi la podestà,
 in soccorso al nostro sesso
 necessaria è la beltà.
 
 Costanza
 Lucrezia? (Chiamandola)
 Lucrezia
                      Mi comandi.
 Costanza
20Accomodate bene
 la contessa Marianna. Oggi, il sapete,
 dee venire lo sposo.
 Marianna
                                       Ah volentieri,
 sorella mia, vel giuro,
 questo prossimo onor vi cederei.
 Costanza
25Bene, ed io di buon cuor l’accetterei.
 Bertolina
 L’accetterebbe? (A Costanza)
 Costanza
                                 Sì.
 Bertolina
                                         Ma non ancora
 il signor cavagliere
 è arrivato a Milan; non può sapersi
 se sia brutto o sia bel, goffo o compito.
 Costanza
30Io non cerco beltà, bramo un marito.
 Lucrezia
 Non dubiti, signora,
 che il suo giorno verrà per ella ancora.
 Marianna
 Verrà, verrà purtroppo. (Alzandosi)
 Costanza
 Purtroppo? (Alzandosi ancor essa con ammirazione)
 Marianna
                         Sì purtroppo.
35Verrà quel dì fatale
 forse ancora per voi che il genitore
 risoluto, severo,
 con assoluto impero
 del vostro cuore disporrà; se mai
40qualche foco nutriste in seno ascoso,
 vedrete qual piacer rechi un tal sposo.
 
    Il pargoletto Imene
 nacque d’Amor germano,
 lega il primier la mano,
45lega il secondo il cuor.
 
    Ed è fatale il nodo
 sol per metà formato,
 nodo funesto, ingrato,
 se non lo stringe amor. (Parte)