Il re alla caccia, Venezia, Bassanese, 1763

Vignetta Frontespizio
 SCENA XI
 
 Il RE, GIORGIO e le suddette
 
 Giorgio
                                        Son qui, Giannina.
 Scusate se ho condotto
 un galantuom ch’io stesso non conosco.
 L’ho trovato nel bosco,
 mi ha fatto compassione;
795e l’ho condotto qui.
 Giannina
                                      Siete padrone.
 Giorgio
 Signore io vi presento
 Giannina molinara
 che mia sposa sarà. (Al re)
 il Re
                                       Gentile e bella. (A Giannina con gravità, la quale gli fa una riverenza)
 Lisetta
 Ed io sono di Giorgio la sorella. (Gli fa una riverenza)
 il Re
800Vezzosetta e gentil non men di lei. (Come sopra a Lisetta)
 Giorgio
 Vostra madre dov’è? (A Giannina)
 Giannina
                                          Povera vecchia!
 Se n’è andata al riposo.
 Giorgio
 Veramente non oso;
 ma pregarvi vorrei... (A Giannina)
 Giannina
                                          Che far io posso?
805Comandatemi pur.
 Giorgio
                                      Non ho cenato;
 e questo gentiluomo,
 ch’è un di quelli del seguito del re,
 ha appetito, cred’io, non men di me.
 il Re
 (La cosa è singolar). (Da sé)
 Giannina
                                        Sì, volontieri,
810vi darò di buon cuore
 quello che ci sarà. (A Giorgio)
 Questo buon cavalier perdonerà. (Al re con una riverenza)
 Lisetta
 Perdonerà la nostra povertà. (Al re con una riverenza)
 Giorgio
 Ehi, è amico del re. (A Giannina) Non è egli vero? (Al re)
 il Re
815Verissimo.
 Giorgio
                       Gli ho detto
 l’istoria di milord che ci ha insultato;
 e meco si è impegnato
 d’impetrarci dal re buona giustizia. (A Giannina)
 È vero? (Al re)
 il Re
                   È ver.
 Giannina
                                 Credete
820che il re farà giustizia? (Al re)
 il Re
                                             Ne son certo.
 Giannina
 E ch’ei la sappia far?
 il Re
                                         Ne dubitate?
 Giannina
 Caro signor, scusate.
 Mi han detto che alla corte
 tre chiavi apron le porte;
825l’oro, l’adulazione e la bellezza.
 Io non so d’esser bella,
 io sono poverella,
 adulare non so colle persone,
 dunque fatene voi la conclusione.
 il Re
830(Un caso tal credo non si sia dato.
 Così vero ad un re mai fu parlato).
 Giorgio
 Via, Giannina, spicciatevi;
 quel povero signore
 ch’alla caccia col re sinora è stato
835senz’altro è bisognoso
 di ristoro, di quiete e di riposo.
 Giannina
 Io non so concepire
 come gl’uomini ch’han qualch’intelletto
 vogliano affaticarsi a bel diletto.
840Sopra tutto la caccia
 detestabil mi sembra e vi avvertisco,
 se siete mio marito,
 che non vi venga mai questo prurito.
 
    Una cosa fastidiosa
845è un marito cacciator.
 Ei si leva innanzi dì
 e la moglie resta lì.
 Fa l’amor col suo cavallo,
 il suo cane lo diletta
850e la moglie poveretta...
 E la moglie resta lì.
 
    Corre, corre, vola, vola,
 trova il cervo e si consola.
 Tippe tuppe tutto il dì.
855E la sera stanco e lasso
 non è buon da fare un passo,
 va a trovare il nuovo dì
 E la moglie resta lì. (Parte)