Il re alla caccia, Venezia, Bassanese, 1763

Vignetta Frontespizio
 SCENA III
 
 GIORGIO ed il suddetto
 
 Giorgio
 Ho inteso qualchedun.
 il Re
                                            Qualcun s’avanza.
 Giorgio
 Chi va là? Chi va là?
 il Re
                                        Son io.
 Giorgio
                                                       Chi siete?
 il Re
 Son io. Non intendete? (Con alterezza)
 Giorgio
                                              Io, io; quest’io
560non sarà il vostro nome.
 Vo’ sapere chi siete e dove andate.
 il Re
 In guisa mi parlate
 troppo nuova per me. Chi siete voi?
 Giorgio
 Guardacaccia del re. Della foresta
565inspettor principale;
 e uso con voi l’autorità reale.
 il Re
 Mi convien rispettarla. E bene, io sono
 un amico...
 Giorgio
                        Che amico? Io non accetto
 per amici color ch’io non conosco.
570Cosa fate a quest’ora in questo bosco?
 il Re
 (Affidar non ardisco a un sconosciuto
 il grado mio). Son uno (Da sé)
 del seguito del re.
 Giorgio
                                   Suo cortigiano?
 il Re
 Suo cortigian.
 Giorgio
                             Perbacco!
575Me ne sono avveduto
 a quel nome d’amico. I cortigiani
 sono amici sinceri? (Con ironia)
 il Re
 Per gl’incerti sentieri
 smarrito io son della foresta oscura.
 Giorgio
580E morite mi par dalla paura.
 Non avete cavallo?
 il Re
                                     Il mio destriere
 cadde dal monte al pian precipitato.
 Giorgio
 Può darsi; ho ritrovato
 un cavallo spirante in su la strada.
585Ma cosa avete in mano?
 il Re
                                              È la mia spada,
 sulla quale mi appoggio.
 Giorgio
 Datela qui; tenete,
 meglio sul mio baston vi appoggiarete. (Gli dà il bastone e prende la spada)
 (Non mi fido). (Da sé)
 il Re
                               (Conviene
590acchetarsi e soffrir). (Da sé)
 Giorgio
                                         Ma dite un poco.
 Dove pensate andar?
 il Re
                                         Vi pregherei
 di condurmi a Scerud.
 Giorgio
                                            Io? Questa notte?
 Con questa oscurità? Per quest’arena?
 A tre leghe lontan? No, perdonate.
595Ma compassion mi fate,
 vi credo galantuom, malgrado al nome
 d’amico e cortigian; se voi volete
 abbreviar il cammino,
 condurovvi a un mulin che è qui vicino.
 il Re
600Bene l’accetterò.
 Giorgio
                                 Farò trovarvi
 domattina un caval; lo pagherete
 e vi farò scortar dove volete.
 il Re
 Voi verrete con me?
 Giorgio
                                        No, certamente.
 Non mi distaccherei di qui lontano,
605se me lo comandasse il mio sovrano.
 il Re
 Non ho nulla che dire.
 Giorgio
                                           Andiam. Credete
 che alla caccia domani il re ritorni?
 il Re
 No; il re non caccierà per vari giorni.
 Giorgio
 Cosa sapete voi?
 il Re
                                 Ne son sicuro.
 Giorgio
610Voi conoscete il re?
 il Re
                                      Sì lo conosco.
 Giorgio
 Dicono ch’ei sia buon.
 il Re
                                           Mi par di sì.
 Giorgio
 Oh se la sorte un dì
 fa ch’io possa vederlo!...
 Oh se arrivo a parlargli!...
 il Re
615Che vorreste?
 Giorgio
                             Una grazia ho a dimandargli.
 
    Figurate che voi siate
 per esempio il nostro re.
 Se venissi a querelarmi
 d’un milord che m’ha insultato,
620potrei essere ascoltato?
 O faresti licenziarmi
 senza intendere il perché?
 
 il Re
 
    Se il sovrano conosceste
 tal di lui non pensareste,
625così ingiusto egli non è.
 
 Giorgio
 
    Voglio creder ch’ei sia buono
 ma di lui d’intorno sono
 tanti tristi cortigiani
 che dispor non può da sé.
 
 il Re
 
630   (Ecco qui il primier momento
 che da un labbro dir io sento
 verità che fa per me).
 
 Giorgio
 
    Date a me la vostra mano.
 Camminando piano piano,
635vi dirò chi sia quell’uomo,
 quel milord senza fé.
 
    Mi parete un galantuomo,
 meritate d’esser re. (Partono)