Il re alla caccia, Venezia, Bassanese, 1763

Vignetta Frontespizio
 SCENA VI
 
 Recinto erboso all’imboccatura del bosco, con veduta da una parte della casa di Giorgio.
 
 GIORGIO, PASCALE ed altri quattro guardiani del bosco vestiti uniformi coi loro schioppi, passeggiando e guardando verso il bosco
 
 Giorgio
 
    Corpo di Bacco! Son disperato;
 la molinara mi ha abbandonato.
 La mia Giannina tanto carina...
 Ah che il milord me l’ha rapita...
170No; volontaria sarà fuggita.
 Sì; l’ambizione l’ha resa audace...
 No; poverina, non è capace...
 Ma non ritorna, ma non la vedo.
 Ah che perduta per me la credo.
175Povero Giorgio! Son disperato.
 M’ha assassinato quell’infedel.
 
 Pascale
 Ma via, per una donna
 un uomo come voi freme a tal segno?
 Giorgio
 Eh lasciatemi star. (Milord indegno!)
 Pascale
180Se Giannina è partita,
 un dì ritornerà.
 Giorgio
                                Sciocco, ignorante;
 ritornerà, ma come?
 Pascale
                                        Come, come!
 Come è di qua partita,
 bella, fresca, gentil, svelta e compita.
 Giorgio
185Il re, per quel ch’io sento,
 è alla caccia da noi poco lontano.
 Non l’ho veduto mai. Ah se la sorte
 mel facesse incontrar, vorrei gettarmi
 ai piedi suoi, vorrei
190domandargli giustizia ai torti miei.
 Pascale
 Difficile è al sovrano
 accostarsi a parlare ed un milord
 tutti i vostri pensier può render vani.
 Giorgio
 Allor colle mie mani
195la vendetta farò. Non son contento,
 s’ei non paga col sangue il mio tormento.
 Pascale
 Oibò! Per una donna
 precipitar vorreste
 voi, la famiglia e gl’interessi vostri?
200Per la morte del vostro
 povero genitor siete arrivato
 ad essere del bosco
 guardacaccia primiero ed inspettore,
 che volete di più? Pensate almeno
205che avete una sorella... Eccola appunto;
 movavi a compassion la poverella.
 Giorgio
 Penso alla mia vendetta.
 Io non penso né a lei né a me né al resto.
 Sì, mi vendicherò, giuro e il protesto.