Il re alla caccia, Venezia, Bassanese, 1763

Vignetta Frontespizio
 SCENA III
 
 Milledi MARIGNON e detti
 
 Miledi
 Sire, se al vostro piè m’avanzo ardita
 e alla regia grandezza usurpo forse
90d’innocente piacer qualche momento,
 chiedo umile perdon. Difficil troppo
 è alla reggia accostarsi e qua confido
 quella clemenza da’ regali auspici
 che contendonmi altrove i miei nemici.
 il Re
95Esponete l’istanza. (Grave)
 Miledi
                                      Io son tradita,
 sire, da un vostro favorito. Ah spesso
 del sovrano il favor godono appieno
 quei che la sua bontà meritan meno!
 il Re
 Di voi parlate e non di me. (Imperioso)
 Miledi
                                                    Perdono.
100Vedova io son è ver ma non per questo
 ho men dritto d’un’altra
 sopra chi mi giurò fede ed amore
 e milord Fidelingh è il traditore.
 il Re
 Fé vi promise e amor? Posso un vassallo
105al mio voler soggetto
 obbligare alla fé, non all’affetto.
 Miledi
 È ver ma voi potete
 toglier dal fianco al giovane imprudente
 la cagion del mio pianto e del suo scorno.
110Ei di femmina vil s’accese il petto;
 la rapì, la nasconde e, se ritarda
 provvidenza e riparo il pio sovrano,
 al nuovo sole ogni mio pianto è vano.
 il Re
 Basta così. Non deve
115giusto re giudicar sui soli detti
 della parte che accusa. A noi lontano
 non sarà Fidelingh. Vedrollo e spero,
 s’egli è reo, qual si dice,
 di ratto e di abbandono, ai suoi doveri
120farlo tornare. Amici,
 più non si differisca
 della caccia a seguir le traccie usate, (Ai cacciatori)
 voi calmate il cordoglio e in me sperate. (A miledi)
 
    Bella virtù v’insegni
125calmar l’affanno in petto.
 Par sdegno e non affetto
 quel che vi fa parlar.
 
    Se dell’amor vi cale
 di lui che vi abbandona,
130un cuor che gli perdona
 m’insegni a perdonar. (Parte col seguito)