Il re alla caccia, Venezia, Bassanese, 1763

Vignetta Frontespizio
 SCENA PRIMA
 
 Bosco spazioso con alberi isolati sparsi qua e là per la scena. In fondo si vede gran padiglione aperto, sotto di cui una tavola preparata per il rinfresco del re e suoi cortigiani alla caccia.
 
 Il RE, MILORD, RICCARDO e molti altri cortigiani, seduti a tavola tutti vestiti nobilmente da caccia. Qua e là per la scena cacciatori del seguito in piedi e a sedere, con cani da caccia, falconi e schioppi e qualche cavallo fra le scene. In fondo alla scena vicino alla tavola i corni da caccia
 
 coro di cacciatori
 
    Cervi leggieri, cignali feroci,
 vi si prepara una festa fatal;
 cani segaci, cavalli veloci
 v’han dichiarato una guerra mortal.
 
 due del coro
 
5   L’uomo direte di voi più ferino
 che della strage si vede a goder.
 Non vi dolete del vostro destino;
 voi siete fatti per darci piacer.
 
 tutto il coro
 
    Cervi leggieri, cignali feroci,
10vi si prepara una festa fatal;
 cani segaci, cavalli veloci
 v’han dichiarato una guerra mortal. (Finito il coro, un cacciatore si accosta a Riccardo e gli parla piano all’orecchia)
 
 Riccardo
 Che novità! Miledi
 a quest’ora nel bosco?
15Vuol parlare col re! Dille che aspetti,
 che attenderò il momento,
 che farò l’imbasciata e avrà l’intento. (Parte il cacciatore)
 Scommetto che è venuta
 la vedova schernita
20di Fidelingh ad accusar l’inganno.
 Non vo’ che ciò gli arrivi all’improvviso.
 All’amico milord vo’ darne avviso.
 Milord, una parola. (Lo chiama)
 Milord (S’alza da sedere, fa una riverenza al re, si avanza)
 Eccomi a voi, Riccardo;
25in che deggio obbedirvi?
 Riccardo
 Amico ho d’avvertirvi
 di una cosa importante.
 Venuta è in quest’istante
 miledi Marignon.
 Milord
                                   Miledi al bosco?
30Come! Che vuol costei? Non la capisco.
 Riccardo
 Vuol parlare col re, ve l’avvertisco.
 Milord
 E bene, a suo talento
 parli, se vuol parlar. Son persuaso
 che a lagnarsi di me sia qui venuta.
35Lagnisi a piacer suo. Mi piacque un giorno,
 promesso ancora ho di sposarla, è vero,
 ma chi cangia d’amor cangia pensiero.
 Riccardo
 Sì sì, detto mi fu che siete acceso
 d’una bella ragazza.
 Milord
                                       Ah sì, Riccardo.
40Benedirò mai sempre
 la caccia e il re, col di cui mezzo a caso
 vidi una molinara
 di una beltà sì rara,
 d’un talento sì fino e sì giocondo
45che l’acquisto miglior non spero al mondo.
 Riccardo
 Abita in questi boschi?
 Milord
                                             Sì, una volta
 abitava di qui poco lontano;
 ma io con un pretesto
 me l’ho fatta condur nel mio castello,
50dove è in guardia fedel dei servi miei
 e la pace goder spero con lei.
 Riccardo
 Corrisponde all’amor?
 Milord
                                            Non so, non ebbi
 tempo ancor di parlarle e dichiararmi;
 ma obbligarla ad amarmi
55spero con mille offerte e mille doni.
 Ah voglia il ciel che presto
 termini in questo dì la real caccia.
 Ma non mi vegga in faccia
 l’importuna miledi. Il re che è buono,
60che è clemente, che è saggio,
 l’ascolterà ma non vorrà per questo
 obligarmi a sposarla.
 Ella è vedova alfine e non zitella
 e la gentil Giannina
65nobil non è ma è virtuosa e bella.
 
    Se di sangue e di bellezza
 io misuro il pregio, il vanto,
 d’un bel ciglio il dolce incanto
 son costretto ad adorar.
 
70   Nobiltade è un ricco fregio
 perché tal da noi si crede,
 la beltà da noi si vede,
 fa più presto a innamorar. (Parte)