La bella verità, Bologna, Sassi, 1762

Vignetta Frontespizio
 SCENA XII
 
 LORANO e poi ANGIOLINA
 
 Lorano
1285Sì qualche volta è vero,
 mi guizzano le idee per il cervello
 come i pesci nel mar. Ma ora per dirla
 non so che cosa sia,
 pronta non è al voler la fantasia.
 Angiolina
1290Serva monsieur Loran.
 Lorano
                                             Servo di lei.
 Angiolina
 Supplicarla vorrei
 di una grazia, signor.
 Lorano
                                         Comandi pure.
 Angiolina
 Intesi a dir così, per accidente,
 che in quest’opera nuova
1295ch’ella deve compor non v’abbia ad essere
 il solito duetto. Un tal pensiero
 bramerei di saper se è vero.
 Lorano
                                                      È vero.
 Angiolina
 E chi ha il merto, signore,
 di questa novità?
 Lorano
                                   Non lo so dire.
 Angiolina
1300Ed un simile torto io ho da soffrire?
 Lorano
 Non si fa, me lo creda,
 per far torto a nessun; ma vi è chi crede
 che in luogo del duetto
 faccia meglio un terzetto od un quartetto.
1305Ciò altre volte si è fatto.
 Angiolina
                                              È ver, si è fatto
 quando la prima buffa o il primo buffo
 non son buoni da nulla. Io non mi vanto
 ma faccio il mio dovere e il mio compagno
 lo fa al pari di me.
 Lorano
                                    Sì, non v’è dubbio.
1310Ma io, signora mia,
 arbitrare non posso.
 Angiolina
                                        Oh quest’è bella.
 Chi è che non vuole? Il mastro di cappella?
 Lorano
 No, certo. È un galantuomo
 e capace non è...
 Angiolina
                                 Dell’impresario
1315forse è il pensier?
 Lorano
                                    Né meno.
 Angiolina
                                                        E di chi dunque
 il consiglio sarà?
 Lorano
                                 Non lo so dire.
 Angiolina
 A che serve coprire
 la verità? Se un uom sincer voi siete
 dite che siete voi che non volete.
 Lorano
1320No davver, v’ingannate.
 Angiolina
                                              Su via dunque
 se non viene da voi, da galantuomo
 datemi la parola
 che farete il duetto.
 Lorano
 In tutto io vi prometto
1325obbedirvi, servirvi. In questo no.
 Angiolina
 Non lo volete far?
 Lorano
                                   Non lo farò.
 
    Deh vi chiedo umil perdono
 se indiscreto e ingrato sono,
 ho per voi tutto il rispetto
1330ma il duetto io non farò.
 
 Angiolina
 
    Ah pazienza; io non son degna,
 per me in voi bontà non regna,
 di più dir non ho coraggio
 e l’oltraggio io soffrirò.
 
 Lorano
 
1335   Lo sa il ciel quanto mi duole.
 
 Angiolina
 
 Io non credo alle parole.
 
 a due
 
 Qual rossore, qual dolore
 mi cagiona un crudel no!
 
 Angiolina
 
    Serva sua. (In atto di partire)
 
 Lorano
 
                          Dove sen va?
 
 Angiolina
 
1340Vado via.
 
 Lorano
 
                     Si fermi qua.
 
 Angiolina
 
 Ingrataccio.
 
 Lorano
 
                         Poveraccio.
 
 Angiolina
 
 Perché tanta crudeltà?
 
 Lorano
 
    (Ah resister più non posso.
 Vengo rosso; mi tormento
1345e mi sento
 fin le gambe a vacillar).
 
 Angiolina
 
    (Io ci gioco ch’ei s’arrende,
 ch’ei s’accende a poco a poco
 e il duetto gli fo far).
 
1350   E così, padron mio bello?
 
 Lorano
 
 Fra l’incudine e il martello
 io mi sento ad agittar.
 
 Angiolina
 
    Il duetto non vuol far?
 
 Lorano
 
 Ah la prego a perdonar.
 
 Angiolina
 
1355Orsù via, facciam così.
 
 Lorano
 
 Mi comandi, eccomi qui.
 
 Angiolina
 
    Mi contento ch’ella scriva
 quel che adesso abbiamo detto
 ed in luogo di duetto
1360potrà il dialogo bastar.
 
 Lorano
 
    Lo farò, glielo prometto,
 ma duetto non vo’ far.
 
 Angiolina
 
    Non importa, son contenta.
 
 Lorano
 
 Mi rallegro, mi consolo.
 
 Angiolina
 
1365Scriva tutto.
 
 Lorano
 
                          Tutto, tutto.
 
 Angiolina
 
 E il duetto lasci star.
 
 Lorano
 
 No, duetto non vo’ far.
 
 a due
 
    Sia ringraziato
 l’amico fato,
1370che alfin contenti
 ci fa restar.
 
    Ripien di giubilo
 mi sento il petto,
 che più al duetto
1375non s’ha a pensar. (Partono)