La bella verità, Bologna, Sassi, 1762

Vignetta Frontespizio
 SCENA IV
 
 CLAUDIO e detti
 
 Claudio
 Presto, presto, signori,
 venghino di là, in sala. Un gran rinfresco
1110di caffè, cioccolata e biscottini
 da quattro uomini carchi fu portato
 e non vogliono dir chi l’ha mandato.
 Angiolina
 Chi esser può che lo mandi?
 Rosina
                                                      Non saprei.
 Petronilla
 Per me giudicherei
1115che fosse l’impresario.
 Claudio
 Oibò, quest’è un giudizio temerario.
 Angiolina
 Che fosse il protettor? (A Lorano)
 Lorano
                                            Saria capace.
 Generoso è, si sa. Ma poiché sono
 tai protezioni troppo spesso in uso,
1120ei non vorrà introdurre un tal abuso.
 Angiolina
 Monsieur Loran, sarebbe mai pericolo
 che fosse tal sorpresa
 una vostra finezza?
 Lorano
                                      Io? Pensate;
 i rinfreschi che io do non son triviali.
1125Son canzoni, sonetti e madrigali.
 Ma non vien l’impresario e intorno al libro
 vorrei si concludesse in questo giorno.
 Vo a veder se lo trovo e poi ritorno. (Parte)
 Claudio
 Via signori al rinfresco, andiamo, andiamo,
1130io sarò il condottier. (Parte)
 Rosina
                                        Per me son lesta.
 (Chi sa che me non abbia regalata
 quel ch’al poeta mi ha raccomandata?) (Parte)
 Angiolina
 (Chi sa che a me non faccia
 il rinfresco mandare il primo buffo
1135e che gli altri per me godino a uffo?) (Parte)
 Luigino
 Sia chi esser si voglia
 l’autor di una finezza sì compita,
 farò onor a chi manda ed è finita. (Parte)