La bella verità, Bologna, Sassi, 1762

Vignetta Frontespizio
 SCENA X
 
 Camera delle prove.
 
 LORANO, TOLOMEO e CLAUDIO
 
 Tolomeo
 Bravo, monsieur Lorano.
850L’atto primo è finito?
 Lorano
 Certo, è quasi compito
 ma pria di terminarlo
 leggere qualcossetta io bramerei;
 in tutti i libri miei
855procuro sempre soddisfar gli attori
 ma quando i protettori
 metton di mezzo perch’io muti, allora
 se poco gli piacea, fo peggio ancora.
 Claudio
 Veramente i’ volea
860venir da lei.
 Lorano
                         Non serve,
 di core io ve lo dico,
 io son di tutti amico.
 Le finezze gradisco cordialmente
 e chi non vien da me servo egualmente.
 Tolomeo
865Via, se vuol favorir.
 Lorano
                                      Vorrei almeno
 che ci fosser le donne.
 Tolomeo
                                           Sì signore,
 andiamo signor Claudio,
 voi dalla seria ed io dalle due buffe,
 e voglia il cielo non ci sian baruffe. (Parte)
 Claudio
870Con grazia, signor mio.
 Sentirò volentier qualcosa anch’io. (Parte)
 Lorano
 Certo, partir dovendo
 e il libretto lasciar, mi spiacerebbe
 che alcun si lamentasse
875e che il libro dopoi s’impasticciasse.
 Ma sono in buone mani,
 chi me l’ha fatto fare
 ha spirito, ha potere ed ha ragione
 per difender la mia riputazione.
 Tolomeo
880Signor, la prima buffa
 è sotto al parrucchier; non può venire.
 Lorano
 E ben; non so che dire,
 vengano l’altre almen. (Tolomeo parte)
 Claudio
                                            Signor, la seria (Viene dalla scena)
 venir non è disposta,
885perché gli preme di spedir la posta.
 Lorano
 Si serva pure.
 Tolomeo
                             La seconda buffa (Viene come sopra)
 di non voler venire si è ostinata
 perché con Luigino è indiavolata.
 Lorano
 Bella, bella, la godo. Favorite.
890Son fra loro divise o sono unite?
 Tolomeo
 Sono per avventura
 tutte tre in una stanza.
 Lorano
                                            Facciam dunque
 quel prodigio oriental che a tutti è noto.
 S’esse non vonno favorir da noi,
895perché si salvi il femminil decoro,
 andiam concordemente, andiam da loro.
 
    La testa! La posta! La bile! Cospetto!
 Ragioni son queste che fan sbalordir.
 Che libro? Che scene? Vuol esser tuppè.
900Che studio? Che prove? Carteggio ci vuol.
 Che do re mi sol? Che sol fa mi re?
 
    Se accendesi una bella
 di sdegno e di furor,
 si sa per ordinario
905che manda l’impresario
 e mastro di cappella
 ed il poeta ancor.