La donna di governo, Venezia, Zatta, 1794

 SCENA VII
 
 ROSALBA, NOTARO e detti
 
 Rosalba
 Con licenza signor zio.
 Fabrizio
 Che vuol vossignoria?
 Rosalba
 Una sola parola.
 Fabrizio
                                Andate via.
 Rosalba
 Un notaro è qui fuor da lei chiamato.
 Fabrizio
1290Oh me felice appien, ecco il notaro,
 venga, venga, signor, che a fé l’ho caro.
 Corallina
 (Non vorrei io scoprire...) (A Ridolfo)
 Ridolfo
                                                  (In ogni evento,
 raccomandati pure al tuo talento).
 Notaro
 Quid petis?
 Fabrizio
                                Io non peto.
1295Favorisca di grazia
 di stendere di nozze
 un novello contratto.
 Notaro
 Inter quos?
 Fabrizio
                                Inter quorum?
 ora glielo dirò,
1300fra me, suo servitore, e Corallina.
 Notaro
 Scilicet Ricottina?
 Fabrizio
                                           Per l’appunto.
 Notaro
 Faveat.
 Fabrizio
                        Qui non ci è fava.
 Notaro
                                                          Favorisca,
 per quel che fa la piazza,
 quante volte si sposa una ragazza?
 Fabrizio
1305Che domanda? Una volta.
 Notaro
                                                  Stamattina,
 domina Corallina
 domina Ricottina,
 secondo gli statuti,
 si è maritata con Ridolfo Astuti.
 Fabrizio
1310Come! Povero me! Che cosa sento!
 Un simil tradimento?...
 Notaro
 Faveat dominatio.
 Fabrizio
 Itevi a far squartar, che vi ringrazio. (Al notaro e passeggia confuso)
 Rosalba
 Parmi turbata molto
1315ma non si perderà.
 Corallina
 (Non so che dire). (A Ridolfo)
 Ridolfo
                                     (Spirito ci vuole). (A Corallina)
 Corallina
 (Or mancami l’ardire). (A Ridolfo)
 Fabrizio
 Perfida, scellerata,
 non parli? Ti confondi?
1320M’inganasti così? Parla, rispondi!
 Corallina
 Ohime, signor padrone,
 eccomi a’ vostri piedi. (S’inginocchia)
 Fabrizio
 Ribalda, temeraria.
 Alzati, via di qui. No, ferma, io voglio
1325vendicar i miei torti. Ah disgraziata,
 anima indegna e fella,
 voglio cavarti il core. (Uh sei pur bella!)
 
    Come mai... potesti... ingrata... (Piange)
 abusar... di mia... bontà...
1330Disgraziato, via di qua. (A Ridolfo)
 
    Tanto... ben... che ti ho... voluto...
 Questo... è il premio... che n’ho avuto...
 Maledetti! Mi burlate?
 Questa è troppa crudeltà. (A Fulgenzio e a Ridolfo)
 
1335   Vanne via. (Mi trema il core).
 Vieni qui. (Ti sento, amore).
 Non ti voglio più guardar,
 ah... mi sento... il cor... crepar. (Parte)