La donna di governo, Venezia, Zatta, 1794

 SCENA XI
 
 FABRIZIO, ROSALBA e CORALLINA
 
 Fabrizio
935Can che abbaia alla luna. Corallina,
 non temer di nessuno.
 Rosalba
                                            In questa guisa,
 sol per tradir la carità si affetta? (A Corallina)
 Corallina
 Dice il proverbio: «Chi la fa l’aspetta».
 Ma io col mio padrone
940ho saputo provar la mia innocenza
 ed ella, se è scoperta, avrà pazienza.
 
    Siete accorta, siete astuta
 ma l’avete a far con me. (A Rosalba)
 
    Il padrone mi vuol bene (Guardando Fabrizio, a Rosalba)
945e soffrire vi conviene;
 sì signora, così è.
 
    Il padrone, poveretto,
 che mi porta tant’affetto, (Come sopra)
 un sposino a me darà.
 
950   E la cara sua nipote,
 senza sposo e senza dote,
 il bocchin si spazzerà. (A Rosalba)
 
    (Oh che rabbia! Oh che dispetto! (Guardando Rosalba)
 Oh che gusto che mi dà!) (Parte)