Amor contadino, Venezia, Fenzo, 1760

Vignetta Frontespizio
 SCENA VIII
 
 TIMONE, poi FIGNOLO
 
 Timone
 Ih ih vuol mover guerra
 agli astri ed alla terra. Eh sì, mi fido.
 Di una donna al furor non tremo, io rido.
 Spiacemi della Lena
780ch’è ancor sì travagliata
 e pare innamorata
 e di chi non capisco e dir nol vuole
 e mi fanno tremar le sue parole.
 Fignolo
 Padron, sapete nulla
785dove sia la fanciulla?
 Timone
                                         Chi?
 Fignolo
                                                     La Lena.
 Dagli occhi ci è sparita
 e nessuno sa dir dove sia ita.
 Timone
 Povero me! Cercatela.
 Guardate nel giardino,
790nell’orto e nei vigneti
 e nel vial degli abeti.
 Ah si vuol rovinar così ammalata.
 Ditele che non faccia la sguaiata.
 Fignolo
 Sì sì, glielo dirò. (Ma la conosco;
795caparbia è per natura,
 che trovar non si lasci ho gran paura). (Parte)
 Timone
 Padri, poveri padri! Abbiam nei figli
 brevissimi contenti e lunghi guai
 e un dì di bene non ci lascian mai.
 
800   Quando sono tenerelli,
 cento cure e cento mali.
 Quando sono grandicelli,
 o son sciocchi o son bestiali.
 E si strilla e si contende
805e la madre li difende.
 Oh che spine in mezzo al cor!
 
    E se arrivano in età,
 che piacere a noi si dà?
 Se son maschi, mille vizi.
810Se son donne, precipizi.
 Ah chi figlio alcun non ha
 è felice e non lo sa. (Parte)