Amor contadino, Venezia, Fenzo, 1760

Vignetta Frontespizio
 SCENA XIV
 
 Stanza rustica interna dell’albergo di Timone, col focolare e foco acceso, sopra di cui vedesi la caldaia per cuocere i gnocchi; da un lato tavola per la cena con sedie ed altri apprestamenti per la medesima.
 
 TIMONE a sedere presso la tavola. La LENA che bada a cuocere i gnocchi. La GHITTA a sedere da un altro lato che monda i finocchi; CIAPPO che cava il vino e prepara le ciottole per bere. FIGNOLO che ammannisce l’occorrente per la tavola
 
 Timone
 Silvio non si è veduto?
 Ghitta
                                            Non ancora.
 Timone
 (Affé non vedo l’ora
495di vederlo e sentir che imbroglio è questo.
 Sarebbe un bel birbante
 se richiesta mi avesse la figliuola
 e con altra costui fosse in parola).
 Badate se ’l vedete.
 Ciappo
500Eh verrà; non temete. (Portando vino in tavola)
 Non vi mettete in pena.
 Silvio verrà per consolar la Lena.
 Lena
 Cosa parli di me? (Venendo dal foco colla mestola in mano)
 Ciappo
                                    Nulla, diceva
 che sarai consolata.
 Lena
505Essere io non voglio corbellata. (Torna verso il focolare e si ferma alla metà della stanza)
 Ciappo
 (Eh son io il corbellato).
 Ghitta
                                              Ciappo, vieni.
 Vien da me poverino.
 Ciappo
                                          Sì, tu almeno
 sei più schietta di lei. (Alla Ghitta)
 Lena
 Cosa dite fra voi de’ fatti miei? (Avvanzandosi)
 Ciappo
510Nulla.
 Timone
               Via, bada a te.
 Bada a cuocere i gnocchi. (Alla Lena)
 Lena
                                                 Per mia fé,
 Ghitta l’ha ognor con me.
 Mi perseguita sempre e quel birbone
 sempre le dà ragione. Via di là. (A Ciappo)
 Ghitta
515Non le badar, Ciappino.
 Ciappo
                                              I’ vo’ star qua. (Alla Lena)
 Lena
 (Proprio mi viene la saetta). (Arrabbiandosi)
 Fignolo
                                                       (Lena
 bada a me, non a lui). (Piano alla Lena)
 Lena
                                            Lasciami stare. (A Fignolo)
 Fignolo
 (Non lo vedi che a Ghitta ei porta amore). (Come sopra)
 Lena
 Che importa a me? (Oh Ciappo traditore!)
 Timone
520Che si fa, non si cena?
 A chi dich’io? Tu, Lena,
 fa’ che sien lesti i gnocchi.
 Tu monda i tuoi finocchi. (Alla Ghitta)
 Prendi tu, Ciappo, il pan della dispensa,
525Fignolo ad ammannir venga la mensa. (Ciascheduno fa la sua incombenza)
 
    Quando l’ora è della cena,
 aspettar mi reca pena.
 È de’ vecchi il sol diletto
 star in letto e masticar.
 
 Fignolo
 
530   Qua il padrone e qua la Lena (Mettendo le salviette)
 e quest’altro è il posto mio.
 
 Ciappo
 
 Signor no, ci vo’ star io.
 
 Ghitta
 
 Tu hai da star vicino a me. (A Ciappo alzandosi)
 
 Lena
 
    State pur dove vi aggrada.
535A me so che non si bada.
 Date qui la mia salvietta, (Prende la salvietta e si ritira)
 che soletta io mangierò.
 
 Timone
 
    Vien qui, Lena dove vai?
 
 Fignolo
 
 Cosa è stato?
 
 Ciappo
 
                           Che cos’hai?
 
 Ghitta
 
540Non badate a quella pazza.
 
 Lena
 
 Ciascheduno mi strapazza.
 Non mi ponno più veder. (Piangendo)
 
 Timone
 
    Figlia mia.
 
 Lena
 
                          Mi crepa il core.
 
 Ciappo
 
 Lena bella. (Con tenerezza)
 
 Lena
 
                        Traditore. (A Ciappo)
 
 Timone
 
545Traditor? Perché l’hai detto?
 Ah se a Ciappo porti affetto
 dillo al padre, o figlia mia.
 
 Lena
 
 Vado via, non posso star.
 
 Timone
 
    Di’ se l’ami. (Trattenendola)
 
 Lena
 
                             Messer no. (A Timone)
 
 Timone
 
550Vuoi tu Silvio? (Alla Lena)
 
 Lena
 
                               Non lo vo’.
 
 Ciappo
 
 E il tuo Ciappo? (Alla Lena)
 
 Lena
 
                                  Taci un po’. (A Ciappo)
 
 Fignolo
 
    Se un famiglio non vi spiace,
 io la Lena prenderò. (A Timone)
 
 Ghitta
 
    Caro padre, se vi piace,
555io Ciappino sposerò.
 
 Lena
 
    Ah mi sento venir meno,
 ah mi manca il cor nel seno,
 più resistere non so. (Sviene)
 
 Timone
 
    Acqua fresca presto, presto.
 
 Ciappo
 
560Son qua pronto. (Prende l’acqua dalla tavola)
 
 Fignolo
 
                                 Son qua lesto.
 
 Ghitta
 
 (Il suo mal conosco e so). (Da sé)
 
 Timone
 
    Mi dispiace della Lena.
 Mi dispiace della cena.
 Che risolvere non so.
 
 Lena
 
565   Dove sono? Voi chi siete? (Rinviene)
 
 Timone
 
 Son tuo padre.
 
 Ciappo
 
                              Son Ciappino.
 
 Lena
 
 Ti conosco, malandrino,
 sei un lupo che le agnelle
 meschinelle vuoi rapir. (A Ciappo)
 
 Timone
 
570   Ahi delira.
 
 Ciappo
 
                          Poverina.
 
 Fignolo
 
 Via Lenina.
 
 Ghitta
 
                         Sorellina. (Scherzando)
 
 Lena
 
 Lupi, cani, quanti siete,
 mi volete divorar.
 
 tutti fuor della Lena
 
    Presto, presto la ragazza
575perde il senno, divien pazza.
 
 Timone
 
 Sangue, sangue.
 
 Ghitta
 
                                 Corda, corda.
 
 tutti
 
 Presto a letto poverina,
 conduciamola di là
 e una buona medicina
580dal suo mal la guarirà.
 
 Lena
 
 No, non voglio. Via di qua.
 
 Fine dell’atto primo