Amor contadino, Venezia, Fenzo, 1760

Vignetta Frontespizio
 SCENA VI
 
 La GHITTA con un cesto e la suddeta
 
 Ghitta
 È venuto mio padre?
 Lena
                                         No.
 Ghitta
                                                   Sai nulla,
 che vi sien novità?
 Lena
                                     No. Cosa è stato?
 Ghitta
190E’ mi fu raccontato
 che uno, non so chi sia,
 ha domandato a nostro padre in sposa
 una di noi.
 Lena
                       Ih! Cosa importa a me? (Filando)
 Ghitta
 Tu se’ la prima e toccherebbe a te.
 Lena
195Che cos’hai in quel cestino?
 Ghitta
 Le pera ed i finocchi.
 Lena
 Io pur son brava e ho preparato i gnocchi.
 Ghitta
 Ma di’, tua intenzione
 non è di maritarti?
 Lena
                                      Eh m’hai stuccata. (Filando)
 Ghitta
200Tu sei la prima nata.
 Ma quando non v’inclini il tuo desio,
 se lo sposo mi vuol, lo piglio io.
 Lena
 Vedrai che bei gnocchetti.
 Paiono misurati col compasso.
 Ghitta
205Eppure i’ mi credea
 che tu amassi Ciappino.
 Lena
                                               Hai tu altro
 da dirmi? Amo mio padre e mia sorella
 e la mia peccorella e il mio gattino...
 Come mal pettinato è questo lino. (Arrabiandosi pel cattivo lino)
 Ghitta
210(Godo davver davvero.
 S’ella Ciappo non ama, averlo io spero).
 Dunque per quel ch’io sento,
 se ci arriva un partito,
 tu me lo cederai.
 Lena
                                  Via. (Mostrando di annoiarsi)
 Ghitta
                                            Ch’io sia sposa
215non avrai dispiacer.
 Lena
                                       Sciocca! (Come sopra)
 Ghitta
                                                        Lo dico,
 perché dar si potrebbe
 che chiedesse talun le nozze mie...
 Lena
 Io non voglio sentir sguaiaterie. (Sdegnata)
 Ghitta
 Oh non ti parlo più. Se la fortuna
220mandami un buon partito,
 se mio padre l’accorda, io mi marito.
 
    Tu non sai amor che sia
 e lo credi una pazzia.
 Ah se un giorno in cor lo senti,
225se tu provi i suoi contenti,
 lo saprai, mi dirai
 se di meglio si può dar.
 
    Ama pur la pecorella,
 ama pure il tuo gattino.
230Io, sorella, un bel sposino
 vo’ cercarmi e voglio amar.