Amor contadino, Venezia, Fenzo, 1760

Vignetta Frontespizio
 SCENA IV
 
 CLORIDEO solo
 
 Clorideo
145Ha ragione, ha ragione
 il provido Timone ed io pavento,
 se il mio nome disvelo e il mio destino,
 ch’ei ricusi di darla a un cittadino.
 Peggio poi s’egli arriva
150a penetrar che il padre
 sposo d’Erminia mi volea forzato
 e che d’un nodo ingrato
 per isfugir la dura pena amara,
 vita m’elessi al genio mio più cara.
155Ma ahimè! Spietato amore
 vendica i torti suoi. Qua dove io spero
 della mia libertà godere il bene,
 trovo al misero cor lacci e catene.
 
    Barbaro ingrato amore
160fiera crudel tempesta,
 empio, nel cor mi desta,
 mi porta a naufragar.
 
    Numi a chi darò mai
 il cor, gli affetti miei?
165Voi lo sapete o dei
 quel che poss’io sperar.