Amor contadino, Venezia, Fenzo, 1760

Vignetta Frontespizio
 SCENA PRIMA
 
 Vasta campagna arrativa sparsa di vari fasci di grano mietuto. In lontano colline deliziose ingombrate d’arberi e vigneti con caduta d’acque che formano un vago rivo, sopra il quale si vedono degli alberghi villerecci.
 
 TIMONE, la GHITTA, la LENA, CIAPPO, FIGNOLO, tutti distesi al suolo dormendo, appoggiati ai fasci di grano. Villani e villanelle sparsi per le colline
 
 Timone (Svegliandosi)
 
    Oh dolcissimo ristoro
 delle membra affaticate!
 S’è dormito ed al lavoro
 tempo è ormai di ritornar.
 
5   Su svegliatevi.
 Su rialzatevi,
 ritornate a faticar.
 
 Ciappo (Svegliandosi)
 
    Dal bollor d’estivi ardori
 mi conforta il riposar.
10Ed amor co’ suoi martori
 non mi viene ad insultar.
 
    Presto, presto, son qui lesto
 a far quel che si ha da far.
 
 Fignolo (Svegliandosi)
 
    Oh che sonno saporito!
15Che piacevole dormir!
 Or mi par che l’appetito
 s’incominci a far sentir.
 
    Ragazzine, su, carine,
 che il lavor s’ha da finir.
 
 la Lena (Svegliandosi)
 
20   Ah sparito è il mio bel sogno;
 ho perduto il mio piacer.
 Vorrei dirlo e mi vergogno;
 no, nessun l’ha da saper.
 
    Son destata, sono alzata,
25vengo a fare il mio dover.
 
 la Ghitta (Svegliandosi)
 
    Ah dormir non ho potuto,
 che mi balza in seno il cor.
 No, lasciar non mi ha voluto
 riposare il dio d’amor.
 
30   Chi mi chiama? Chi mi brama?
 Son qui pronta al mio lavor.
 
 tutti
 
    Dai sudori e dallo stento
 bella cosa è il riposar
 ma chi il cuor non ha contento
35pace mai non può sperar.
 
    Bel diletto quando il petto
 non si sente a tormentar!
 
 Timone
 Su, figliuoli, d’accordo
 del gran mietuto a collocare i fasci
40ite all’aia vicin. Poi ciascheduno
 a qualche altra faccenda
 la mano impieghi e di buon cor vi attenda.
 Va’ tu, Ciappo, alla macchia
 a provedere il focolar di legna.
45Tu, Fignolo, t’ingegna
 col tuo fucil per la campagna amena
 di grasse quaglie a proveder la cena.
 E voi, figliuole mie, per la famiglia
 fate quel che convien. Tu, Lena, un piatto
50preparaci di gnocchi,
 va’ tu, Ghitta, a raccor pera e finocchi.
 Lena
 Subito, padre mio. (Vuol prendere un fascio di grano)
 Ciappo
 Eh t’aiuterò io. (Vuol sollevar egli il fascio da terra)
 Lena
                                Va’ via di qua. (Lo scaccia, prende il fascio e se lo mette in spalla)
 (Egli è il mio caro ben ma non lo sa).
 Ghitta
55Ciappo a tutte è cortese
 fuori che a me.
 Ciappo
                               Fignolo è a te vicino.
 Ti può meglio servir.
 Fignolo
                                         Sì volontieri.
 (Ma di mal cuore, a dir il ver, lo faccio).
 Tenga, signora mia. (Prende il fascio e glielo dà in spalla)
 Ghitta
                                        Brutto cosaccio. (Lo prende con dispetto)
 Fignolo
60(La Lena è più gentil). (Prende anch’esso il suo fascio)
 Ciappo
                                             (Lena vezzosa,
 guardami un pocolin). (Piano)
 Lena
                                             Lasciami stare.
 Ciappo
 Pazienza. (Prende il suo fascio)
 Lena
                      (Il mio Ciappin fa innamorare). (Da sé)
 Timone
 Via spicciatevi e poi
 anch’io sarò con voi. Gli altri lavori
65pria visitar mi preme,
 sparrito il sol, ci troveremo insieme.
 Lena
 E mangieremo i gnocchi.
 Ghitta
 Le pera ed i finocchi.
 Fignolo
 E in allegria noi passerem la sera.
 Ciappo
70(Ma il mio povero cor pace non spera).
 tutti
 
    Dai sudori e dallo stento
 bella cosa è il riposar.
 Ma chi il cuor non ha contento
 pace mai non può sperar.
 
75   Bel diletto quando il petto
 non si sente a tormentar! (Partono la Lena, la Ghitta, Ciappo e Fignolo)