La fiera di Sinigaglia, Venezia Zatta, 1794

 SCENA PRIMA
 
 Camera nella locanda.
 
 Il CONTE e LISAURA vengono uno per parte
 
 Conte
 
    Oh fortuna disgraziata!
 Tu vuoi farmi delirar.
 
 Lisaura
 
    Oh meschina sfortunata!
1255Son vicina a disperar.
 
 a due
 
    Nel mio stato sventurato
 che ho da dire e che ho da far?
 
 Lisaura
 Signore, a quel che io sento,
 voi pur vi lamentate.
 Conte
1260Non vengono l’entrate,
 ci rubano i fattori
 e a noialtri signori,
 che sostener dobbiamo
 il magnifico grado ed autorevole,
1265qualche volta ci manca il bisognevole.
 Lisaura
 Io pur che nata sono
 con qualche nobiltà...
 Conte
                                         Siete voi pure
 del nobile fregiata almo decoro?
 Ah! Che la nobiltade è un gran tesoro!
 Lisaura
1270È ver, ma all’occasione
 per mangiar poco vale.
 Conte
                                            Gl’ignoranti,
 che non san cosa sia la nobiltà,
 non vogliono di noi sentir pietà.
 Lisaura
 Anch’io dal signor conte
1275qualche aiuto sperai;
 ma non può sovvenirmi e m’ingannai.
 Conte
 Se il lustro del mio sangue
 vi può giovar, ve l’offerisco in dono.
 Un cavaliere io sono
1280grande, illustre, famoso, e se le prove
 di vostra nobiltà voi mi darete,
 forse dell’amor mio degna sarete.
 Bramo avere una sposa ad ogni patto.
 (S’è nobile davver faccio il contratto). (Da sé)
 Lisaura
1285(Si vedrebbe, s’ei fosse mio marito,
 maritarsi la fame all’appetito). (Da sé)
 Conte
 Su via, quai prove avete
 del sangue signoril che voi vantate?
 Lisaura
 Eccole qui, mirate;
1290i ricapiti miei, signor son questi.
 I fogli ch’or vi mostro (Dandogli alcuni fogli)
 son tutti autenticati
 e i miei fregi son veri e son provati.
 Conte
 Il vostro genitore
1295nobile di Frascati? (Leggendo)
 Lisaura
                                      Sì signore.
 Conte
 La vostra genitrice,
 per quel che qui si dice,
 fu dama riminese;
 ed io son pesarese.
1300La nostra nobiltà
 aver potrebbe qualche affinità?
 Lisaura
 Ne avrei maggior contento.
 Conte
 Cospetto! Cosa sento?
 L’avolo vostro, il conte Calandrino,
1305fu del mio genitor fratel cugino.
 Lisaura
 Dunque parenti siam?
 Conte
                                            Sì, siam parenti.
 Lisaura
 Si vede in verità,
 poiché abbiamo le stesse facoltà.
 Conte
 Ah! La ragion del sangue
1310moltiplica il desio
 per voi nel seno mio. Sì, mio tesoro,
 vi venero e vi adoro; ah, se volete,
 la sposa mia voi siete e il mondo avrà
 ne’ figli nostri il fior di nobiltà.
 
1315   Idolo mio diletto,
 sento scaldarmi il petto
 dal più sincero amor.
 
 Lisaura
 
    Se un’infelice amate,
 scopo di stelle ingrate,
1320vi offro la destra e il cor.
 
 Conte
 
    Sì, voi sarete mia.
 
 Lisaura
 
 Ma poi di noi che fia?
 
 Conte
 
 Deh, non mi tormentate.
 
 Lisaura
 
 Deh, all’avvenir pensate.
 
 a due
 
1325Che barbaro tormento!
 Ah, lacerar mi sento
 dal mio crudel rossor.
 
 Conte
 
    Cara.
 
 Lisaura
 
                 Mio bene.
 
 a due
 
                                      Oh dio!
 Idolo del cor mio,
1330siamo del fato in ira;
 quel che il mio cor sospira
 non lo sperare ancor. (Partono)