La fiera di Sinigaglia, Venezia Zatta, 1794

 SCENA XVI
 
 Luogo remoto verso le mura della città, con fabbriche rovinate.
 
 PROSPERO, vestito alla greca, e LESBINA
 
 Lesbina
 Via, caro signor Prospero,
 venite e non temete.
 Già nessun sa chi siete;
 proprio parete un greco.
1070Non vi conosceria nemmeno un cieco.
 Prospero
 Il timor mi avvilisce e questo peso
 fa ch’io non possa accellerare il passo.
 Lesbina
 Cosa avete là sotto?
 Prospero
                                      Niente, niente.
 Lesbina
 Che uomo diffidente!
1075Mi volete celar quel ch’io già so?
 A portar il denar vi aiuterò.
 Prospero
 No, bisogno non c’è.
 Lo vuo’ portar da me.
 Lesbina
                                          Bella maniera!
 Questo fu sempre degl’avari il vizio,
1080corrispondere ingrati al benefizio.
 Siete da me venuto
 tremante, pauroso,
 temendo con ragione
 per gli scrocchi e l’osure andar prigione.
1085Pietosa io vi ho assistito,
 così vi ho travestito ed ho mandato
 una barca a cercar per andar via;
 e or dubitate della fede mia?
 Prospero
 No, di voi non ho dubbio; so che siete
1090una donna onorata;
 ma siete delicata e questo peso
 vi potrebbe stancar più del dovere.
 Lesbina
 Anzi di sollevarvi avrò piacere.
 Date qui.
 Prospero
                     Non vorrei
1095che fossimo veduti.
 Lesbina
                                      Non temete;
 il loco dove siamo
 vuoto è d’abitatori
 e possiamo operar senza timori.
 Prospero
 Ma per maggior cautela
1100fin che torna colui che dell’imbarco
 ci ha da recar l’avviso, entrar possiamo
 là dentro in quella fabbrica
 del tutto rovinata.
 Lesbina
                                    Andiamo pure.
 (Teme sempre l’avaro). (Da sé)
 Prospero
1105(Celerò colà dentro il mio denaro). (Da sé)
 Ma quant’è che è partito
 quel marinaro che mandaste al porto?
 Lesbina
 Mezz’ora è già passata. (Guarda l’orologio)
 Prospero
 Ventun ora è sonata?
 Lesbina
                                         Non ancora.
 Prospero
1110Lasciatemi veder. (Chiede l’orologio)
 Lesbina
                                     Guardate pure. (Tenendolo al fianco)
 Prospero
 Così ci vedo poco;
 lo vorrei nelle mani.
 Lesbina
                                        Oh signor no,
 sta bene dove sta. Dica, signore,
 lo vorria, non è ver?
 Prospero
                                       (Mi sta sul core). (Da sé)
 Lesbina
 
1115   Così avaro, così ingrato
 con chi v’ha beneficato?
 Mio signore, in verità
 questa è troppa crudeltà.
 
 Prospero
 
    Son tenuto al vostro amore,
1120so che siete di buon core
 ma il destin temer mi fa
 di ridurmi in povertà.
 
 Lesbina
 
    Di denar voi siete pieno.
 
 Prospero
 
 Non è ver, son miserabile.
 
 Lesbina
 
1125Ma là sotto?
 
 Prospero
 
                         Non v’è niente.
 
 Lesbina
 
 Vuo’ vedere...
 
 Prospero
 
                            Sento gente.
 
 a due
 
 Presto, presto, andiamo là.
 Giusto ciel, che mai sarà. (Si ritirano)