Filosofia ed amore, Venezia, Fenzo, 1760

Vignetta Frontespizio
 SCENA X
 
 XANTO, ESOPO e CLORIDEA
 
 Esopo
 E ben, cosa vi pare? (A Xanto)
 Xanto
                                        Non capisco. (S’alza)
1100Talor che Menalippe
 brami la morte mia dubbio mi viene
 e talor parmi che mi voglia bene.
 Esopo
 Eh signor, la comedia
 non è ancora finita. Andiamo innanzi
1105e vedrete quel cor se è simulato.
 Cloridea
 Signor padrone, siete risanato?
 Xanto
 Sì, sto meglio per ora.
 Esopo
 Sta meglio, è ver; ma v’è del dubbio ancora.
 (Non fate che discopra
1110la menzogna costei. Venite meco,
 andiam subitamente,
 che un’altra cosa mi è venuta in mente).
 Cloridea
 Signor, per carità,
 movetevi a pietà d’un’infelice,
1115se grazia dal padron sperar mi lice.
 Xanto
 Sì sì, non dubitate.
 So che Leonzio amate.
 E so che Menalippe...
 Esopo
                                          Eh via tacete,
 se morir non volete. (A Xanto)
1120E voi, poter del mondo,
 non scaldate la testa a un moribondo. (A Cloridea)
 Xanto
 
    Ah purtroppo al cor mi sento
 una smania ed un tormento
 che davver morir mi fa.
1125Sì l’ingrata dispietata
 nutre in sen l’infedeltà.
 
    No, mi sento a dir dal core,
 d’altra fiamma e d’altro amore
 l’idol mio non arderà.
 
1130   Fra i pensieri titubando,
 vaneggiando e delirando
 non so dir cosa sarà.
 Cieli, stelle, oh dei pietà! (Parte con Esopo)