Filosofia ed amore, Venezia, Fenzo, 1760

Vignetta Frontespizio
 SCENA IX
 
 Camera.
 
 RAPPA e CORINA
 
 Rapa
 Sì sì per dir il vero,
 è il padron di buon gusto.
 In Esopo davver comprò un bel fusto.
 Corina
270Certo ch’ei non è bello
 ma ha tanto buon cervello;
 è tanto astuto e destro
 che di filosofia pare un maestro.
 Rapa
 Come lo sai?
 Corina
                           Lo so, perché ho sentito
275come colui ragiona.
 Mel disse la padrona,
 lo dicon da per tutto
 che di spirito è bel, se il viso ha brutto.
 Rapa
 Dunque, per quel ch’io sento,
280Corina del suo spirto innamorata
 quasi quasi di me s’è già scordata.
 Ma però mi consolo,
 che avrò il modo ancor io di vendicarmi.
 Corina
 Come? Vuoi tu lasciarmi?
 Rapa
                                                  Sto a vedere
285quello che tu sai far; poi colla schiava
 che il padron questa mane ha qui condotta
 saprò fare di te la mia vendetta.
 Corina
 Eh di quella fraschetta
 soggezione non ho; so ch’è una sciocca,
290so che non apre bocca,
 che non dica per uso una sciocchezza.
 Rapa
 È un gran pregio però la giovinezza.
 Corina
 Ed io non sono forse
 giovine quanto basta? E mi vorresti
295porre di quella stolida al confronto?
 A me codesto affronto?
 Rapa
                                             E in faccia mia
 vuoi Esopo lodare a mio dispetto?
 Corina
 Voglio dir quel ch’io voglio.
 Rapa
                                                    Ed io pretendo
 amar chi più m’alletta.
 Corina
300Ecco la tua diletta;
 amala disgraziato.
 Ti lascio in libertà.
 Rapa
                                     Corina mia,
 teco volli scherzar.
 Corina
                                    Voglio andar via. (Parte)