Filosofia ed amore, Venezia, Fenzo, 1760

Vignetta Frontespizio
 SCENA II
 
 MENALIPPE e LEONZIO
 
 Leonzio
35Vado anch’io, mia signora.
 Menalippe
                                                   No, fermate.
 Dunque così studiate?
 Mentre fuor di paese è il precettore,
 state voi colla schiava a far l’amore?
 Leonzio
 Veramente confesso
40che amar non mi dispiace...
 Menalippe
 Una più degna face
 arder vi vegga in petto
 e pietosa m’avrete al vostro affetto.
 Leonzio
 Cloridea non è vile.
 Menalippe
                                      È una mia schiava.
 Leonzio
45È ver, ma i suoi natali
 sono incogniti ancora;
 e quel che in lei si vede
 che sia nobile nata a noi fa fede.
 Menalippe
 Costei, qualunque siasi,
50da noi la scaccierò.
 Voi l’adorate ed io la venderò.
 Leonzio
 Ma perché mai?
 Menalippe
                                 Perché...
 Il perché lo so io.
 Vecchio è lo sposo mio.
55E poi la fé gli ho data
 ma non son maritata. Egli potrebbe
 pentirsi, abbandonarmi
 o morire e lasciarmi,
 quando sola restassi...
60E s’io giungessi a questo passo amaro...
 consolarmi potrebbe un suo scolaro.
 Leonzio
 Cose lontane troppo
 voi ravvolgete in mente...
 Menalippe
                                                 È ver; ma quando
 lo volesse il destin, dite Leonzio,
65l’affetto mio non gradireste allora?
 Leonzio
 Lungi siam noi, non vi rispondo ancora. (Parte)