Filosofia ed amore, Venezia, Fenzo, 1760

Vignetta Frontespizio
 SCENA PRIMA
 
 Giardino.
 
 CLORIDEA, LEONZIO, poi MENALIPPE
 
 Cloridea, Leonzio
 
    Dolce amor, te solo invoco
 testimon del nostro foco.
 Opra tu che non invano
 questo cuore e questa mano
5pegno sia di vera fé.
 
 Menalippe
 
    Bravo, bravo, brava, brava.
 Lo scolaro colla schiava
 si diverte? Così è;
 ma l’avrete a far con me.
 
10Mi rallegro con voi di tutto cuore.
 Che giovani garbati!
 Son ambi innamorati.
 E s’unirian senz’altro testimonio
 la schiava e lo scolaro in matrimonio.
 Cloridea
15Menalippe pietà.
 Leonzio
                                  Pietà signora.
 Menalippe
 Me la chiedete ancora?
 No, che pietà non c’è.
 Disgraziati, l’avrete a far con me.
 Una schiava comprata
20a denari contanti. (A Cloridea) Uno scolaro
 del filosofo Xanto (A Leonzio)
 ardiscono cotanto?
 Io di Xanto la sposa
 comando a tutti due,
25con quel poter che ho dallo sposo mio,
 che andiate tosto.
 Cloridea
                                   V’obbedisco. Addio. (A Leonzio)
 
    Parto per obbedirvi. (A Menalippe)
 Resta con te il mio cor. (A Leonzio)
 (Tu mi proteggi Amor
30nume sovrano).
 
    Meco non siate austera. (A Menalippe)
 Caro non mi lasciar. (A Leonzio)
 (Ch’io non lo voglia amar
 si spera invano). (Da sé e parte)