Le donne redicole, Roma, Grossi, 1759

 SCENA ULTIMA
 
 MOSCHINA e MACROBIO, parimente mascherati parlando con un cameriere, e detti
 
 MOSCHINA
 Intesi, quello è don Tiberio e crede
 che quella, con cui parla, che sia io.
 Vi sono serva. Oh! Che piacer, che gioia! (Sedono e prendono il caffè)
 MACROBIO
 Non ci diamo a scoprire.
 TIBERIO
660Dunque, se a lei piacesse,
 se non gli dispiacesse,
 mascherati così, darsi la mano...
 VESPETTA
 (L’alocco mi va a genio).
 Caro mio amore, adesso
665però non mi par cosa; io vuo’ che pria
 ci divertiamo un poco. (S’alzano e vanno ad uno de’ tavolini a giocare)
 TIBERIO
 Andiamo pure, o cara.
 MACROBIO
 Sposuccia mia diletta,
 che dirà don Tiberio
670quando saprà che sposo mi son fatto.
 VESPETTA
 Se non sbaglio, colei mi par Moschina;
 me ne voglio accertare.
 Signore, se li pare
 invitiam quelle maschere a giocare.
 TIBERIO
675E chi il può contradire,
 se lei mi fa languire.
 VESPETTA
 Maschere, favorite.
 MOSCHINA
 Vi servo. Andiamo o caro. (S’alzano e vanno al tavolino)
 MACROBIO
 Che gioco vogliam fare?
 TIBERIO
                                              Eh giocaremo
680al picchetto d’amor.
 MOSCHINA
                                       Non mi dispiace. (Si danno le carte)
 TIBERIO
 Tocca a me; gioco quadri.
 MACROBIO
 Ecco rispondo.
 VESPETTA
                              Anch’io.
 MOSCHINA
 Prendo e poi metto a cori.
 TIBERIO
 Eccola qui servita.
 VESPETTA
                                    Non ne voglio.
 MACROBIO
685Di questi poi non ho.
 VESPETTA
                                         Lo so che il core
 gliel’ha rubbato amore.
 TIBERIO
 Bravo signora mia.
 (Mi comincia di già la gelosia).
 VESPETTA
 Quella maschera è bella.
 TIBERIO
690(Mi sento rosicare le budella).
 MOSCHINA
 Segua a giocare. (A Macrobio)
 MACROBIO
                                  Tocca a me;
 cori non ne ho, le dico.
 Quella è Vespetta al certo. (A Moschina)
 TIBERIO
 Colui guarda un po’ troppo.
 VESPETTA
695Ma cosa avete mai?
 MACROBIO
 Via dunque, mascherina. (Tocca la mano a Vespetta)
 TIBERIO
 Ma toccarsi la man, toccarsi il piede...
 (Oh non ne posso più; adesso sbotto).
 Giochi e bassi le mani. (Forte a Macrobio)
 MACROBIO
                                             Che creanza.
700E lei con chi l’ha. (S’alzano Macrobio e Tiberio, indi Moschina e Vespetta)
 TIBERIO
                                   Adesso
 gliela farò vedere.
 VESPETTA
 Cosa volete far.
 MOSCHINA
                               No, non s’incomodi.
 VESPETTA
 Deh! Fermatevi in grazia. (S’alzano tutte le maschere e timorose vanno via e poi tornano)
 MACROBIO
 Uh poveretto me.
 TIBERIO
                                   No, non occorre.
 VESPETTA
705Oh! Via, lo lasci andare.
 TIBERIO
 Lo vo’ da parte a parte trapassare. (Mette mano alla spada)
 
    Lei si scanzi, non mi tenga,
 no, nessuno mi trattenga
 ch’or lo voglio sbudellar.
 
 MACROBIO
 
710   Ma perché, che cosa ho fatto.
 Mascherina per pietà.
 ah! vi prego a riparar. (Viene incalzato da don Tiberio)
 
 MOSCHINA, VESPETTA A DUE
 
    Via si fermi. Via non faccia.
 Abbia un po’ di civiltà.
 
 TIBERIO
 
715   Mi perdoni; eh che le pare
 far da bello, far da caro.
 Me la devi or or pagar. (Come sopra)
 
 MACROBIO
 
    Lei si sbaglia; piano, piano,
 non è vero... Adesso, adesso
720sì signor, io metto mano.
 Mascherina per pietà.
 
 TIBERIO
 
    Su difenditi.
 
 MACROBIO
 
                              Ma aspetti
 che la spada cavi almen.
 
 TIBERIO
 
    Su parate.
 
 MOSCHINA, VESPETTA A DUE
 
                         Ma fermate.
725Deh! Non faccia per pietà.
 
 TIBERIO
 
    Lei si scosti; ho risoluto,
 or lo voglio qui finir. (Come sopra)
 
 MOSCHINA
 
    Ma guardi. (Si leva la maschera, indi Macrobio)
 
 MACROBIO
 
                            Ma veda.
 
 TIBERIO
 
 Che miro! Moschina.
 
 VESPETTA
 
730Che vedo! Macrobio.
 
 MOSCHINA, MACROBIO A DUE
 
 Noi sposi già siamo,
 riparo non v’è.
 
 TIBERIO
 
    Ma come? Che cosa.
 
 VESPETTA
 
 Ma questo è un imbroglio,
735non voglio così.
 
 MACROBIO
 
    L’imbroglio è già fatto,
 ciascun se ne stia,
 la cosa finì.
 
 TIBERIO
 
    Se la cosa fu così
740or rinfodero la spada
 e con te mi sposerò. (Si vanno accostando le maschere che poi formano il ballo)
 
 VESPETTA
 
    Sì caro mio bene,
 ti dono il mio core.
 
 TIBERIO
 
 Ti giuro il mio amore.
 
 A DUE
 
745E tua
                  già son io,
 E tuo
 mio dolce tesor.
 
 TIBERIO
 
    Che cosa?
 
 MACROBIO
 
                         Che dite?
 
 TIBERIO
 
 Capisco.
 
 MACROBIO
 
                   V’intendo.
 De’ nostri sponsali
750la danza formar.
 
 TIBERIO
 
    Su dunque ballate.
 
 MACROBIO
 
 Su presto danzate.
 
 TUTTI
 
 Si doni ad Imene
 sì nobile cor.
 
 MOSCHINA
 
755   Quel piede...
 
 VESPETTA
 
                              Quel braccio...
 
 MOSCHINA
 
 Gentile...
 
 VESPETTA
 
                    Leggiadro...
 
 A QUATTRO
 
 Accende, innamora,
 stupire mi fa.
 
 TIBERIO
 
    Mio bene...
 
 VESPETTA
 
                           Idol mio...
 
 MACROBIO
 
760L’amore...
 
 MOSCHINA
 
                      La fede
 ti torno a giurar.
 
 VESPETTA, TIBERIO A DUE
 
    Che intreccio gentile.
 
 MOSCHINA, MACROBIO A DUE
 
 Che nobile danza.
 
 TUTTI
 
 Che vago ballar.
 
 Fine