Il conte Chicchera, Milano, Montano, 1759

Assente nell'edizione Zatta Frontespizio
 SCENA III
 
 Don IPPOLITO solo
 
 Ippolito
 Ah, sì; del suo dolore
 sento qualche rimorso. Ma ella istessa
 mi disse pur che amore
 non esigge rispetto e quando s’ama
585deesi amare di cor. Non è mia colpa
 se un vezzoso sembiante
 rese il mio cuore amante e se è delitto
 per novella beltà cangiar desio,
 ho diviso con cento il fallo mio.
 
590   Ad un sguardo che innamora
 chi resistere potrà?
 Questa dolce infedeltà
 colpa è sol del dio d’amor.
 
    Ei comanda a suo talento.
595Un momento il seno accende.
 Infedel talor si rende
 per destino il nostro cor. (Parte)