Il conte Chicchera, Milano, Montano, 1759

Assente nell'edizione Zatta Frontespizio
 SCENA X
 
 Il CONTE e CAVALLINA
 
 il Conte
340Per dir la verità,
 la grazia e la beltà che in voi risplende
 non è degna d’un uom che non intende.
 Cavallina
 Però lo stato mio
 non richiede di più.
 il Conte
                                       Sì, la fortuna
345vi vuol felicitar. Il più famoso
 cavalier generoso, il più gentile
 trionfator dei cuori
 per voi prova nel sen teneri amori.
 Cavallina
 E chi è questi, signor?
 il Conte
                                           Nol conoscete?
350Rivolgete lo sguardo al volto mio;
 del vostro bello adorator son io.
 Cavallina
 Oh caro signor conte,
 vi burlate di me; d’una vil serva
 un signor sì compito e sì galante
355non può essere amante.
 Conte
                                              Eh, che Cupido
 nel regno degli amori
 distinguere non suole
 nobiltà né ricchezza
 ma il merto e la bellezza.
360E ovunque la beltà sparge il fulgore
 merta rispetto ed in tributo il cuore.
 
    Voi siete bella, come una stella,
 siete brillante, come un diamante,
 rosa nel volto, giglio nel sen.
 
365   Occhi furbetti, ah ch’io v’adoro,
 labbra vezzose, ah per voi moro,
 io v’amo, io bramo conforto in amor.
 
    Venere bella diva dell’etera,
 Ecate, Diana, Luna, eccettera;
370siete l’eclitica del ciel d’amor,
 siete il barometro di questo cor. (Parte)