Il conte Chicchera, Milano, Montano, 1759

Assente nell'edizione Zatta Frontespizio
 SCENA III
 
 IPPOLITO e MADAMA
 
 Ippolito
 Sì; certo; è un grande arcano
120quel che asconde Fabrizio
 in questi detti suoi.
 Niuno può sospettar ch’egli ami voi. (Ironico)
 Madama
 Io però non lo credo.
 Ippolito
 Perché?
 Madama
                  Perché di certo
125so che d’essere amata io non ho merto.
 Ippolito
 Ah, madama, purtroppo
 merta la beltà vostra
 non di quel di Fabrizio
 ma dei cuor più gentili il sagrifizio.
 Madama
130Oh, chi volete mai
 che si perda per me?
 Ippolito
                                         Se l’adorarvi
 un perdersi si chiama,
 offerendovi in don gli affetti miei,
 volontieri per voi mi perderei.
 Madama
135Siete troppo gentil.
 Ippolito
                                      Vostra bontà.
 Posso nulla sperar?
 Madama
                                      Basta; chi sa?