Li uccellatori, Venezia, Fenzo, 1759

Vignetta Frontespizio
 SCENA X
 
 PIEROTTO e TONIOLO
 
 Pierotto
 Cecchino è fortunato,
 quanti uccelli ha pigliato!
 Io sono stato a faticarmi un’ora
200ed una quaglia non ho preso ancora.
 Toniolo
 Anch’io finora invano
 tese ho le reti ad una sciepe intorno,
 pria che si scaldi il giorno
 vo’ ritentar la sorte,
205poiché col frutto dei sudori miei
 regalar la mia bella anch’io vorrei.
 Pierotto
 Qual sia la vostra bella
 posso sapere amico?
 Toniolo
 No per or non lo dico.
 Pierotto
210Se mai per avventura
 voi amaste colei che piace a me,
 vel dico apertamente
 diventiamo nemici immantinente.
 Toniolo
 Ma chi è quella che amate?
 Pierotto
215Se voi non vi fidate,
 se non siete Toniolo amico mio,
 se celate l’amor, lo celo anch’io.
 Toniolo
 Ditelo o non lo dite,
 poco mi preme affé.
 Pierotto
220Se non importa a voi, che importa a me?
 Ritorno a quagliottar, poi si vedremo,
 né di voi né di quanti
 abitan queste selve io son geloso.
 Son di tutti il più bello e il più grazioso.
225Se queste nostre belle
 meco s’adiran, tosto
 io le sgrido; esse restan incantate,
 tutte di mia beltade innamorate.
 
    Galinetta che s’adira
230col suo gallo innamorato
 tutt’intorno a lui s’aggira
 cantuzzando cocodè,
 
    ei la sgrida e la galina
 al suo gallo umil s’inchina
235dimandandogli mercé.