La conversazione, Venezia, Fenzo, 1758

Vignetta Frontespizio
 SCENA VII
 
 GIACINTO e dette
 
 Giacinto
 Madame de tout mon coer
 trois houmble servitour.
 Madama
 Monsieur vostre servante.
 Giacinto
190Vous jêtte man metresse trois obblissante.
 Lucrezia
 Ehi! Sentite.
 Giacinto
                           Bas ist?
 Lucrezia
 Cosa dite signor?
 Giacinto
                                   Nix fresté Taic?
 Lucrezia
 Jo, pizzle fresté Taic.
 Giacinto
 Jonfraul, main Ssozz. (Vuole accostarsi)
 Lucrezia
                                           Ehi state da lontano
195o saprò strappazzarvi in italiano.
 Giacinto
 Questo, signora mia,
 splin si chiama in inglese
 che in Italia vuol dir malinconia.
 Madama
 Via, signor mapamondo,
200voi che tanto sapete
 una nostra contesa decidete.
 Io tengo che sia meglio
 vivere col marito in società.
 Lucrezia
 Io sostengo miglior la libertà.
 Giacinto
205Varie son le oppinion, vari i caprici,
 a chi piace la torta, a chi i pastici.
 Sunt bona mixta malis,
 sunt mala mixta bonis
 come dice il furlan ciaris patronis.
210In Francia, in Inghitierra
 stan ben le maritate.
 In Spagna ritirate
 stanno la notte e il dì
 e in Italia dirò... così, così.
215Ma s’io avessi una sposa
 meco godrebbe un vivere giocondo
 e la farei star ben per tutto il mondo.
 
    San fasson, allegramente
 saprei vivere e brillar.
220A suo tempo dolcemente
 da marito saprei far.
 E ma famme avec mué
 dans le mond, jamé jamé!
 
    Coll’amico e col servente
225vada pur liberamente
 dove vuol di qua e di là.
 Io brillando alla tedesca
 colla Fraila e la fantesca
 vuo’ ballare ubsassà. (Parte)