Il mercato di Malmantile, Venezia, Fenzo, 1758

Vignetta Frontespizio
 SCENA XV
 
 Camera in casa di Lampridio con tavolino e sedie.
 
 LAMPRIDIO con un servitore, poi BERTO, poi RUBICONE
 
 Lampridio
 Ora che è terminato
 nella piazza il mercato,
1040al solito mi aspetto
 che vengano le usate seccature.
 Ma che vengano pure,
 sono il governator, vi vuol pazienza.
 Venga innanzi da me chi vuole udienza. (Siede)
 Berto
1045Signor, da un ciarlatano
 hanno varie persone
 del balsamo comprato
 ed ogniuno da lui restò gabato.
 Io, che il sindaco son di Malmantile,
1050per lor chiedo ragione.
 Condannatelo a far restituzione.
 Rubicone
 Signor governatore. (Lampridio a poco a poco si addormenta)
 Quel che a costoro ho dato
 si può dir l’ho donato.
1055Lo diedi a un prezzo vil per carità.
 A ciascuno donai la sanità.
 Berto
 Non è vero, signore.
 Costui è un impostore.
 I suoi medicinali
1060sono buoni per ungere i stivali.
 Rubicone
 Codesta è un’insolenza,
 vi è più d’una sperienza
 che approva i miei rimedi singolari.
 Berto
 Chi ha speso i suoi denari
1065si ritrovò gabbato.
 Rubicone
 Chi provò i miei segreti è rissanato.
 Berto
 Non è ver. Più di cento
 diran che quel ch’ei vende è una sporcizia.
 Signor governator fate giustizia. (Batte colla mano sul tavolino e Lampridio si sveglia)
 Lampridio
1070Ho capito, ho capito,
 so io quel che farò,
 alla galera lo condanerò.
 Rubicone
 Condannarmi? Perché?
 Lampridio
                                              Non dico a voi.
 Berto
 Dunque chi condannate?
 Lampridio
1075Io non ho inteso ben quel che diciate.
 Berto
 Dico che questo qui
 ha gabbato la gente ed è così.
 Rubicone
 Ed io dico e sostengo
 che tutti in questo loco
1080obbligati mi son...
 Lampridio
                                    Tacete un poco.
 La causa è di rimarco. Io non mi fido
 della mia testa sola.
 Ehi! Andate a chiamar la mia figliuola. (Ad un servitore e si alza)
 Berto
 Scrivete la querela;
1085formategli processo,
 vo per i testimoni e torno adesso. (Parte)