Il festino, Parma, Monti, 1757

Vignetta Frontespizio
 SCENA IV
 
 Madama ROSIMENA, don PEPPE e le suddette
 
 Rosimena
 Serva, madama.
 Madama
                                 Serva.
 Rosimena
                                               Baronessa,
 serva divota.
 Baronessa
                           Serva. (È ognior la stessa). (Don Peppe fa pure le sue riverenze)
 Madama
 Vi prego accomodarvi. (Sedono tutti)
 donna Rosimena
640Son venuta a pregarvi
 d’una grazia, madama.
 Madama
                                             Comandate.
 donna Rosimena
 So che stassera andate
 a una festa del conte,
 vorrei col vostro mezzo
645in un sì degno loco
 anch’io venire a divertirmi un poco.
 Baronessa
 (Oh vecchia rimbambita!)
 Madama
 Dirò; so che la festa
 è in luogo assai ristretto;
650parlerò, vederò ma non prometto.
 donna Rosimena
 A me piaccion, madama,
 le femine più pronte.
 So che vi serve il conte
 e allora che comandi
655madama Doralice,
 che le nieghi il favor temer non lice.
 Quand’io chiesi una grazia al mio don Peppe
 negarmela non seppe; eccolo qui.
 Non ha mai detto un no,
660quando gli ho chiesto un sì. (Parla piano all’orecchio di don Peppe, coprendosi il volto col ventaglio)
 Baronessa
 (Si può veder di peggio!)
 Madama
                                                 (È veramente
 una caricatura
 ridicola da scena).
 Tutto farò per donna Rosimena,
665venir non dubitate
 quando ci vada anch’io.
 donna Rosimena
 E meco venirà don Peppe mio.
 Madama
 Questo non so; vi dico
 che la sala è ristretta.
 donna Rosimena
                                         E ben madama,
670parlo col cuore aperto,
 se don Peppe non vien, non vengo certo.
 Madama
 Procurerò servirvi.
 Vi darò la risposta. Dove andate
 pria dell’ora del ballo?
 donna Rosimena
675Ogni giorno al caffè senza alcun fallo.
 Non è vero don Peppe? (Li parla all’orecchio, come sopra)
 Madama
 Dunque, se così è,
 la risposta l’avrete oggi al caffè.
 donna Rosimena
 Andiamo, don Peppino. Con licenza. (S’alzano)
680Vi faccio riverenza. Son sicura
 madama del favor; non ho alcun dubbio;
 e questa sera impaziente aspetto
 per far col mio don Peppe un minuetto.
 
    Guardate il mio don Peppe,
685che grazia, che beltà!
 È un cavalier che serve
 con tutta fedeltà.
 
    Don Prospero mio sposo
 non è di lui geloso,
690sospetto alcun non ha.
 Alcuni che ci vedono
 sospettano... si credono...
 Ma siam due colombini,
 due specchi d’onestà. (Parte con don Peppe)