Il festino, Parma, Monti, 1757

Vignetta Frontespizio
 SCENA XI
 
 Madama DORALICE, poi il CONTE
 
 madama Doralice
320Povero galantuomo!
 Qualche volta un po’ troppo io lo tormento.
 Ma sol lo faccio per temperamento. (Apre la borsa)
 Come! Olà. Don Alessio. (Chiamandolo)
 Di derider la moglie ebbe l’ardire?
325Una borsa mi dà con dieci lire?
 Parte e con dieci lire
 mi lascia nelle peste?
 No, non voglio tener né meno queste. (Getta la borsa e coglie nel petto al conte che sul momento arriva)
 il Conte
 Obbligato, madama.
 madama Doralice
                                        Vostro danno.
330Quando la dama è ancora ritirata,
 non si viene così senza imbasciata.
 il Conte
 Tal libertà concessa
 mi fu da voi; perché sdegnarvi adesso?
 madama Doralice
 L’abusarsene ognior non è concesso.
 il Conte
335Siete meco sdegnata?
 madama Doralice
                                          In cortesia
 dite quel che volete e andate via.
 il Conte
 Che novitade è questa?
 Che vi altera così?
 madama Doralice
                                    Mi duol la testa.
 il Conte
 Favorite, madama,
340una parola sola.
 A che ora volete
 che la gondola mandi,
 se l’onor di servirvi ancora ottengo?
 madama Doralice
 Questa sera alla festa io non ci vengo.
 il Conte
345Come? Perché? Se fatto
 è il festino per voi, se colle dame
 corso è l’invito. Oh sì per voi, madama,
 mi troverei nel più fatal imbroglio.
 madama Doralice
 Non ci vengo, non posso e poi non voglio.
 il Conte
350Deh vi prego, madama, in carità.
 madama Doralice
 È vano il faticar; non vuo’ venire,
 se credo di morire.
 il Conte
                                      (Ora sto fresco).
 Ma io che dovrò far?
 madama Doralice
                                        Lasciar che ballino
 e star meco a tenermi compagnia.
 il Conte
355Senza farmi vedere in casa mia?
 madama Doralice
 Bene; a ballare andate,
 divertitevi e più non mi seccate.
 il Conte
 Deh venite voi pure.
 madama Doralice
                                        Oh questo no.
 il Conte
 Può sapersi il perché?
 madama Doralice
                                           Ve lo dirò.
360Non ci vengo, signor, con vostra pace,
 perché vuo’ far quel che mi pare e piace.
 il Conte
 Non è ragion che basti.
 madama Doralice
                                             Così è.
 Se non basta per voi, basta per me.
 Son salda in opinione
365e sta nel mio voler la mia ragione.
 
    Ve l’ho detto e vel ridico.
 Non ci vengo, signor no.
 Eh lo so che non vi spiace.
 Vi godrete in buona pace
370colla vostra libertà;
 
    colle belle memoiselle,
 colla sposa spiritosa
 passerete l’ore liete,
 sì signore, già si sa.
375Ma da me più non tornate.
 Non vi vuo’, non mi seccate
 ma per sempre via di qua.
 E ballate e tripudiate
 colla vostra libertà. (Parte)