Il festino, Parma, Monti, 1757

Vignetta Frontespizio
 SCENA VII
 
 La CONTESSA ed il CONTE
 
 la Contessa
 (Non è picciolo sforzo
 quel che mi convien far).
 il Conte
                                                Su via, contessa,
190state allegra una volta.
 la Contessa
                                           Sì, ho ragione
 d’esserlo in grazia vostra. (Ironica)
 il Conte
                                                  Evvi un gran male
 divertirsi fra noi?
 la Contessa
                                    No, non è niente.
 Divertirsi, ballar, no, non disdice.
 Ma... vi sarà madama Doralice?
 il Conte
195Saria non invitarla
 scandalosa cagione
 di una qualche peggior mormorazione.
 la Contessa
 Sì, la virtude ammiro
 di un cavalier, ripieno
200di saper, di consiglio,
 che di far mormorar teme il periglio. (Ironicamente)
 Altro maggior motivo
 per l’amicizia vostra
 al mondo rio di mormorar si reca.
205Il cuor v’inganna e la passion v’accieca.
 
    Quel che vi scalda il petto
 non è virtude, il so.
 Barbaro! Il primo affetto
 dove sì presto andò?
 
210   Legge, costanza, onor,
 fede, pietade, amor
 d’un’infelice sposa
 deh vi favelli al cor. (Parte)