Il festino, Parma, Monti, 1757

Vignetta Frontespizio
 SCENA PRIMA
 
 Camera in casa del conte.
 
 Il conte BELFIORE e BALESTRA
 
 il Conte
 Tant’è, tant’è Balestra
 per terminar l’orchestra
 vuo’ quei tre suonatori ad ogni costo.
 Benché siano impegnati
5li voglio a casa mia; non vi è riparo.
 Balestra
 Bene; mi favorisca del danaro.
 il Conte
 Danaro? Ci sarà.
 Prendi. (Si leva un anello dal dito)
 Balestra
                  Che vuol ch’io prenda?
 il Conte
                                                              Quest’anello.
 Trova zecchini trenta
10per otto giorni al più.
 Balestra
 Povero anel! Non lo riscuote più. (Da sé)
 il Conte
 Che hai? Che ti conturba?
 Perciò ti metti in duolo?
 Se danari non ho, non sarò solo.
 Balestra
15È ver, ma fa pietà,
 caro signor padrone,
 saper che in men d’un anno
 andò una possessione...
 il Conte
 Basta così, Balestra.
 Balestra
20Saper che alla consorte
 la dote consumata... (Mostra parlar da sé solo in partendo ma si fa sentire dal conte)
 il Conte
 Ehi, Balestra! A chi parli?
 Balestra
 Fra me la discorrea.
 E per cosa? Per una cicisbea. (Come sopra)
 il Conte
25Basta così, ti dico;
 ritrova i suonatori,
 ch’io bisogno non ho di seccatori.
 Balestra
 Eh, padroncin mio caro,
 non son io che vi secca;
30sarà, per quel ch’io vedo,
 madama Doralice
 del vostro borsellin la seccatrice.
 il Conte
 Taci.
 Balestra
             Non parlo più.
 (Ah che mi vien la rabbia,
35quando ci penso su).
 
    Vado. (Ma se non parlo
 sento gonfiar la gola).
 Taccio. Ma una parola,
 una parola sola,
40subito me ne vo.
 
    Giudizio, se ce n’è,
 giudizio, se si può.
 Taccio, non parlo più.
 Subito me ne vo. (Parte)