La ritornata di Londra, Venezia, Geremia, 1756

Vignetta Frontespizio
 SCENA X
 
 Il BARONE e detti
 
 Barone
 Madama, vi son servo.
 Carpofero
                                            (Oh maladetto!)
 Madama
 Al barone protesto il mio rispetto.
 Barone
 Con madama vorrei, con sua licenza,
 prendermi una leggiera confidenza.
 Carpofero
895(Che diavolo vorrà?) (Da sé)
 Madama
 Dite pure, signor. Ma brevità.
 Carpofero
 (Che si spicci una volta). (Da sé)
 Barone
 In segno della stima,
 in segno dell’amor che vi professo...
 Madama
900Via, la stima e l’amor vuol dir lo stesso.
 Barone
 Vorrei questo gioiello
 offrirvi in segno di sincero affetto.
 Carpofero
 (L’accetterà?) (Da sé)
 Madama
                              Le vostre grazie accetto.
 Carpofero
 (Brava!) (Da sé sdegnato)
 Barone
                    Ma una finezza
905esiggere vorrei, se aver si puole.
 Madama
 Vi potete spiegar con due parole.
 Carpofero
 (Sentiamo).
 Barone
                          Esser con voi
 madama io mi consolo.
 Ma vorrei...
 Madama
                         V’ho capito, esser voi solo.
 Carpofero
910(Ora mi manda via). (Da sé)
 Barone
                                          Che rispondete?
 Madama
 Sì, vi contenterò, solo sarete.
 Carpofero
 (Bravissima). (Da sé con isdegno)
 Barone
                              Il marchese
 temo che mi contrasti...
 Madama
 La parola vi do; tanto vi basti.
 Carpofero
915(Resistere chi può?) (Da sé agitato)
 Madama
                                         (Mi par furente). (Da sé osservando Carpofero)
 Fratellino, che avete? (A Carpofero)
 Carpofero
                                           Niente, niente.
 Madama
 (Siete geloso ancor?) (Piano a Carpofero)
 Carpofero
                                          (Geloso? Oibò). (Piano a madama)
 Madama
 Son per me quelle gioie? (Al barone)
 Barone
                                                 A voi le do.
 Ma...
 Madama
             So quello, signor, che mi conviene. (Al barone)
920(Se geloso non sei ti vorrò bene). (A Carpofero)
 
    Mi fa torto chi non crede (Dirigge il discorso con arte a Carpofero ancora)
 alla mia sincerità.
 Ch’io mancar possa di fede
 dubbio mai non vi sarà.
 
925   Questa man tenete in pegno
 d’una bella fedeltà. (Finge di dar la mano ad uno e la dà all’altro)