La ritornata di Londra, Venezia, Geremia, 1756

Vignetta Frontespizio
 SCENA IV
 
 GIACINTA e detto
 
 Giacinta
 Serva, signor barone.
 Barone
                                          Dove andate,
 graziosa giovinetta?
 Giacinta
 Vado a cercar in fretta
75un parrucchier per la padrona mia,
 con buona grazia di vossignoria.
 Barone
 Ma perché una ragazza
 mandar per la città? Non ha i staffieri?
 Giacinta
 Essi son forastieri
80ed io son milanese.
 Pratica ho più di lor del mio paese.
 Barone
 Un piacere vorrei.
 Giacinta
                                    La mi comandi.
 Barone
 Trovato il parrucchiere
 più bravo e accreditato,
85vorrei che sol da me fosse pagato.
 Giacinta
 Sì, quand’altro non vuol, sarà servita.
 La padrona è compita;
 le grazie, le finezze non ricusa.
 E non sdegna di far quel che si usa.
 Barone
90Posso andar a vederla?
 Giacinta
                                            È presto ancora.
 La lasci un poco riposar per ora.
 Barone
 Mi raccomando a voi.
 Giacinta
                                          La non ci pensi,
 farò il debito mio
 ma...
 Barone
             Che vorreste dir?
 Giacinta
                                               Ma... m’intend’io.
 Barone
95Credo anch’io di capire. (Mette la mano in tasca)
 Giacinta
                                               Un uom di mondo
 sa come van queste faccende qui.
 Barone
 Ditemi; vi ho capito? (Dandole una moneta)
 Giacinta
                                           Signorsì. (Prende la moneta ridendo)
 Barone
 Questo non è che un segno
 di quel che farò poi.
100Giacinta mia, mi raccomando a voi.
 
    Dite a madama
 che di buon core
 suo servitore
 sono e sarò.
105E che per lei farò
 stupir questa città.
 
    Dite che l’amo,
 che mi esibisco,
 che le offerisco
110la servitù,
 che l’oro del Perù
 non si risparmierà.
 
    Son cavalier tedesco,
 baron di Montefresco
115ed ho per mio costume
 la prodigalità. (Parte)