Bertoldino e Cacasenno Bertoldo, Venezia, Fenzo, 1749

Vignetta Frontespizio
 SCENA XVI
 
 REGINA, poi RE
 
 Regina
 Volesse il ciel che l’idol mio placato
 potessi riveder ma, oh dei! sen viene
1075e sdegnato mi sembra; io sento il core
 fra la speme agitato e fra il timore.
 Re
 Sposa, bell’idol mio.
 Regina
                                        Voce soave
 che mi torna nel sen l’alma smarita.
 Dunque caro mi amate?
1080Dunque voi vi scordate
 de’ miei trasporti e de’ furori miei?
 Re
 Non facendo così non v’amerei.
 Basta che voi mi amiate,
 che fido mi crediate e son contento
1085ed io tutto in piacer cangio il tormento.
 Regina
 Siete dell’amor mio certo e sicuro;
 io pur trovarvi spero
 sempre fido e sincero;
 e se talor pavento
1090nasce dal troppo amore il mio spavento.
 Re
 Orsù via non si parli
 che di gioia e di pace.
 Regina
 E sì sì, così mi piace,
 goder giorni tranquilli a voi unita,
1095voi siete l’idol mio.
 Re
                                      Voi la mia vita.
 
    Cara sei tu il mio bene,
 l’idolo del mio cor.
 
 Regina
 
    Caro, fra dolci pene
 ardo per te d’amor.
 
 Re
 
1100   Sposa, te sola adoro.
 
 Regina
 
 Per te languisco e moro.
 
 Re
 
 Oh dio! Che bel contento!
 
 Regina
 
 Che bel piacer che sento!
 
 a due
 
 Che fortunato amor!
 
 Re
 
1105   Sempre sarò fedele,
 mai non t’ingannerò.
 
 Regina
 
    Di gelosia crudele
 il duol non proverò.
 
 a due
 
    Sperarlo se mi lice,
1110sarò felice ognor.