La cascina, Venezia, Geremia, 1756

Vignetta Frontespizio
 SCENA V
 
 PIPPO, poi il conte RIPOLI
 
 Pippo
685Finché ci siamo noi non passerà.
 Colla Lena il grazioso oggi non fa.
 il Conte
 La padrona dov’è?
 Pippo
                                     Nol so. (Con disprezzo)
 il Conte
                                                    Non era
 ella poc’anzi qui?
 Non si risponde a un cavalier così.
 Pippo
690Ho detto ch’io non so dov’ella sia
 né per questo vi dissi una bugia.
 il Conte
 A rintracciarla andrò! (In atto di partire)
 Pippo
 Per ora non si può. (L’arresta)
 il Conte
                                      Come! Perché?
 Pippo
 Chi vuol vederla ha da parlar con me.
 il Conte
695Suo custode sei tu?
 Pippo
                                      Io son chi sono.
 il Conte
 Così parli con me?
 Pippo
                                     Così ragiono.
 il Conte
 Vattene, temerario. (Vuol passare)
 Pippo
                                        Eh non andate. (L’arresta)
 il Conte
 A me un vile pastor?
 Pippo
                                         Qui non passate.
 il Conte
 V’anderò tuo malgrado.
 Pippo
                                              Sì, domani.
 il Conte
700Questa spada...
 Pippo
                               Badate; ho anch’io le mani. (Lo minaccia col bastone)
 il Conte
 (Dice davver costui). (Da sé)
 Ha forse comandato
 che non vada nessun ne’ quarti suoi?
 Pippo
 Tutti ci ponno andar, fuori che voi.
 il Conte
705Perché?
 Pippo
                  Perché l’è noto
 che le villane anch’esse
 hanno dal cavalier le grazie istesse.
 il Conte
 (Se gelosa è di me, dunque m’adora).
 Voglio scolparmi. (In atto di andare)
 Pippo
                                    Non si va per ora.
 il Conte
710Tu impedirlo potrai?
 Pippo
                                         L’impedirò.
 il Conte
 Tal coraggio con me? (Vuol avanzarsi)
 Pippo
                                          Coraggio avrò. (Si mette in difesa)
 il Conte
 (Vi va con un villano
 la mia riputazione,
 mi fa un po’ di paura il suo bastone). (Da sé)
 
715   D’un cavalier mio pari
 non provocar lo sdegno.
 Sai tu chi sono, indegno?
 Sì, ti farò tremar.
 
    Trema del conte Ripoli
720che ha trentasette titoli,
 che ha un marchesato in Bergamo,
 che ha un principato in Napoli,
 che sino negli antipodi
 sentesi nominar.
725Sì, ti farò tremar.
 
    (Maledetto quel bastone.
 Non mi vuo’ precipitar). (Parte)