La cascina, Venezia, Geremia, 1756

Vignetta Frontespizio
 SCENA V
 
 COSTANZO solo
 
 Costanzo
 Pippo ti compatisco.
180So quanto può nel petto
 di ogni misero amante un dolce affetto.
 Giunse l’amor crudele,
 giunse a far, non so come,
 ch’io cambiassi, infelice, e spoglie e nome.
185Soffro la servitù, soffro la vita
 rustica, vile, abietta,
 per Lavinia diletta e per vederla
 e per esser vicino al bel che adoro,
 scordo la patria ed il natio decoro.
 
190   Care selve, piaggie amate
 deh svelate all’idol mio
 quell’amor, quel duolo rio
 che celato ho nel mio cor.
 
    No; tacete ancor per poco
195il mio foco, i desir miei.
 Destar pria si vegga in lei
 la pietà, se non l’amor.