Il matrimonio discorde, Roma, Puccinelli, 1756

Assente nell'edizione Zatta Frontespizio
 Donna FLORIDA alla tavoletta
 
 donna Florida
 
    Gran miseria d’una sposa
 che ha il marito cacciatore!
 Si alza presto e dormigliosa
 la condanna a star da sé.
 
5   Non la guarda appena in faccia,
 favellar non sa d’amore;
 e più stima un can da caccia
 di una donna come me.
 
 Ah mi querelo e mi tormento invano.
10Don Ippolito certo ha del villano.
 Appena appena si vedea stamane
 della nascente aurora
 spuntare il primo lume,
 lo scortese balzò fuor delle piume.
15Eccolo che or ritorna;
 sarà al solito stanco e affaticato.
 Chi sa quanto ha sudato,
 ora al monte, ora al piano, a sol scoperto!
 Per la sua moglie nol farebbe al certo.
 
 Don IPPOLITO da cacciatore e la suddetta
 
 don Ippolito
20Oh bel piacere! Oh bel piacer la caccia!
 donna Florida
 Bene. Buon pro vi faccia.
 Prendete avanti dì sì bel concento
 e andate sempre a contrastar col vento!
 don Ippolito
 Mi corico alle due;
25ci sto sino alle dieci; e vi par poco?
 donna Florida
 Ma chi puole alle due cacciarsi in letto?
 don Ippolito
 Chi può starci qual voi, fin mezzodì?
 donna Florida
 Vien la conversazione e fin che dura
 farle conviene un trattamento onesto.
 don Ippolito
30La mia conversazion finisce presto.
 donna Florida
 Sempre colle villane.
 don Ippolito
 E voi coi cavalieri.
 donna Florida
 Avvilirvi cotanto è una vergogna.
 don Ippolito
 Voi vi alzate assai più che non bisogna.
 donna Florida
35Io fo onore alla casa.
 don Ippolito
                                        Oh il bell’onore!
 Vi burlano, sorella.
 donna Florida
                                     Oh! Voi deriso
 siete assai più di me.
 don Ippolito
 Ogniun pensi a sé stesso.
 donna Florida
                                                Ognun per sé.
 don Ippolito
 Poco non è ch’io lasci
40che facciate, signora, a modo vostro,
 poco non è ch’io taccia;
 ma lasciatemi almeno andare a caccia.
 Lasciatemi ch’io possa
 divertirmi la sera
45in queste nostre amabili campagne
 colle villane a pappolar castagne.
 
    Vuo’ levarmi di buonora
 la mattina, sì signora,
 voglio andarmi a solazzar.
 
50   Corri qua; salta là,
 ferma, guarda, tira, bu.
 Va’, Melampo, piglia su.
 
    E la sera colle belle
 vezzosette villanelle
55la fatica ristorar.
 
    Un poco ballare,
 un poco cantar. (Parte)
 
 donna Florida
 Canti, balli, alla caccia
 vada il consorte mio;
60se a suo modo vuol fare, io faccio al mio.
 Più volte abbiam provato
 unirci in opinione ed è tutt’uno.
 Sposate ha ciascheduno
 le opposizioni sue;
65e ostinati, a dir ver, siam tutti due.
 
 GRILLO e la suddetta. Grillo fa la sua riverenza e si accosta per dire
 
 donna Florida
 Qualche visita? Bene;
 avrò sodisfazione,
 venga il signor marchese; egli è padrone. (Grillo parte)
 Onora la mia casa; e mio marito
70prattica sol villani. In questa nostra
 lunga villegiatura,
 solo per cagion mia si fa figura.
 
 Il MARCHESE BIZZARRO e la suddetta
 
 il Marchese
 M’inchino a donna Florida.
 donna Florida
 Serva, signor marchese. (Con un inchino)
 il Marchese
75Sempre bella e gentil, sempre garbata.
 donna Florida
 Sempre sua serva. (Inchinandosi)
 il Marchese
                                      (È sempre caricata). (Da sé)
 donna Florida
 Ha riposato bene?
 il Marchese
                                     Anzi benissimo;
 meglio mi ha fatto riposare assai
 quel che al gioco iersera io guadagnai.
 donna Florida
80Furono sei zecchini.
 il Marchese
                                       Mi dispiace
 d’averli vinti a lei.
 donna Florida
                                    Mi maraviglio;
 pena di queste cose io non mi piglio.
 Perdere sei zecchini
 è avvantaggio per me non sì leggiero,
85guadagnando il favor d’un cavaliero.
 il Marchese
 Obbligato davver me le professo.
 (Procurerò di favorirla spesso). (Da sé)
 donna Florida
 Ora, se si compiace,
 una grazia vorrei, signor marchese.
 il Marchese
90Comandi pur.
 donna Florida
                             Vorrei,
 se disturbo sovverchio io non le reco,
 che oggi restasse a desinar con meco.
 il Marchese
 Un generoso invito
 non si può ricusare.
95(Per queste grazie non mi fo pregare).
 donna Florida
 Lo so che non son degna
 di trattar un marchese.
 il Marchese
 Voi siete sì cortese,
 siete gentil cotanto
100che avete, inver, di principessa il vanto.
 donna Florida
 Certo per dir il vero
 m’è venuto in pensiero,
 misurando col cuor la mia fortuna,
 m’abbiano i genitor cambiato in cuna.
 il Marchese
105Lo dubito ancor io; chiaro si vede
 in quella fronte ed in quel ciglio altero
 che vostra madre non ha detto il vero.
 donna Florida
 Se per mia buona sorte
 un discreto consorte avessi almeno,
110potrei far col mio spirto altra figura!
 il Marchese
 (Che bella original caricatura!)
 donna Florida
 Addattarmi non posso
 a trattar gente vile.
 il Marchese
 Un animo gentile
115non so come trar possa
 in abbietto villaggio i giorni suoi.
 Come fate a star qui?
 donna Florida
                                          Ci sto per voi. (Dolcemente)
 il Marchese
 Per me?
 donna Florida
                   Sì marchesino,
 la vostra nobiltade, il grado vostro,
120il vostro spirto d’eroismi adorno
 piacevole mi rende il mio soggiorno.
 il Marchese
 Troppo gentil, troppo obbligante.
 donna Florida
                                                              In grazia
 perdonate; ora torno,
 deggio avvisare il cuoco,
125lo scalco, il maggiordomo, il credenziere
 che oggi abbiamo alla mensa un cavaliere.
 Perdonatemi adunque
 se per poco da voi mi ho da dividere.
 il Marchese
 (Mi vuol fare costei crepar di ridere).
 donna Florida
 
130   Signor marchese, fo riverenza,
 la mi perdoni, ritornerò.
 Gli vorrei dire con sua licenza
 certa cosetta... Gliela dirò.
 
    Mi piace tanto quel trattar nobile,
135quel vezzo amabile, quell’occhio mobile,
 non vorrei perdere la libertà.
 Serva umilissima, ritorno subito,
 che bella grazia! Che nobiltà! (Parte)
 
 il Marchese
 Bella, bella davvero, arcibellissima!
140Donna deliziosissima
 all’estremo del buon tanto s’accosta
 che per farsi burlare è fatta apposta.
 Vuol ch’io pranzi con lei? Si pranzerà.
 Sarebbe inciviltà
145non accettar sì bella cortesia,
 non goderla sarebbe una pazzia.
 Ella ha il catarro in testa
 di non voler trattar con i suoi pari;
 e a forza di denari
150e a forza ancora d’essere schernita
 vuol essere servita da un marchese
 ed io godo il buon tempo alle sue spese.
 
    Donne care, se bramate
 ch’io vi serva, eccomi qui.
155Io con tutte fo così,
 non mi lascio infinocchiar.
 
    Servitù quanta volete;
 vi dirò che belle siete;
 sarò pronto a sospirar.
160Ma gl’inchini coi zecchini
 me li avete da pagar. (Parte)
 
 Don IPPOLITO e la SANDRA
 
 don Ippolito
 Venite qui, venite;
 e non abbiate mica soggezione,
 che, alfin, di questa casa io son padrone.
 Sandra
165È ver, ma la signora
 pratica cavalieri
 e so che non mi vede volontieri.
 don Ippolito
 Eh lasciatela dire.
 So che la mia signora
170vuol dar questa mattina alle mie spese
 da pranzo ad un marchese.
 Vuo’ che voi ci venghiate in compagnia
 e anch’io voglio goder la parte mia.
 Sandra
 Signorsì, ci verrò,
175che paura non ho de’ brutti musi.
 Contadina sono nata;
 ma sono al par di lei donna onorata.
 don Ippolito
 E per tale vi tengo e più vi stimo
 voialtre contadine
180delle nostre superbe cittadine.
 Sandra
 Almeno ci vedete
 se siamo brutte o belle,
 noi non sappiamo colorir la pelle,
 noi non tiriamo in su...
185per comparir di più
 e coperta tenghiam la robba nostra,
 perché vendere vuol chi fa la mostra.
 don Ippolito
 E spesso poi si compra
 per vitella mongana
190carne di qualche bestia poco sana.
 Sandra
 Vado del vostro invito
 a dirlo a mio marito.
 don Ippolito
                                         Eh non importa.
 Sandra
 Importa, signorsì;
 da noi si fa così.
195Non come fan le vostre mogli belle
 che a dispetto dell’uom commandan elle.
 E voialtri babbei de maritati,
 invece di dar loro delle botte,
 tacete e state lì, come marmotte.
 
200   La pecorella al prato
 coll’agnellin sen va;
 coll’agnellino allato
 non usa infedeltà.
 
    Ma sola per il campo
205lasciata in libertà,
 la pecora lo scampo
 dal lupo non avrà. (Parte)
 
 don Ippolito
 Dice bene la Sandra, dice bene,
 mia moglie è un’agnellina
210ma se sola sen va per i dirupi,
 un qualche dì non fugirà dai lupi.
 Eccola col marchese.
 Non la voglio trattar con villania,
 stiamo in pace per oggi e in allegria.
 
 Donna FLORIDA, il MARCHESE BIZZARRO ed il suddetto
 
 donna Florida
215Marito, oggi ci onora
 il marchese Bizzarro.
 il Marchese
                                         Ospite sono
 favorito da lei.
 don Ippolito
                              Me ne consolo. (Al marchese)
 il Marchese
 Tutta vostra bontà. (A don Ippolito)
 donna Florida
 Usategli un po’ più di civiltà. (A don Ippolito)
220Siete pur grossolano.
 don Ippolito
                                         Oh quest’è bella!
 Voi l’avete invitato, io son contento.
 Che? C’è bisogno d’altro complimento?
 il Marchese
 Dice bene il signore. (A donna Florida)
 donna Florida
                                         Dice male.
 Vossignoria mi scusi.
225Ei della civiltà sa poco gli usi. (Al marchese)
 don Ippolito
 Voi ne sapete assai. (Ironico a donna Florida)
 donna Florida
                                        Con vostra pace
 d’insegnarvi a trattar sarei capace.
 il Marchese
 Dice ben la signora. (A don Ippolito)
 don Ippolito
                                        Dice male,
 vossignoria perdoni. (Al marchese)
 il Marchese
230Ciascheduno ha di voi le sue ragioni
 ma per me non le usate.
 Fra di voi ritornate in armonia,
 pace, pace, signori, in grazia mia.
 don Ippolito
 Io non mi sdegno mai.
 donna Florida
                                            Donna più placida
235non si trova di me.
 don Ippolito
                                     La quiete io bramo.
 donna Florida
 Amo il consorte mio.
 don Ippolito
                                         La moglie io amo.
 il Marchese
 Bravi, bravi davvero.
 Oggi goder io spero i dolci effetti
 della vostra virtù.
240Griderete fra voi?
 don Ippolito
                                    Mai più.
 donna Florida
                                                      Mai più.
 il Marchese
 Questo è quel che mi piace.
 (Almen per oggi che si mangi in pace). (Da sé)
 donna Florida
 Doman, prima del giorno
 mi lasciarete voi? (A don Ippolito)
 don Ippolito
                                    Voi questa sera
245vi farete aspettar?
 donna Florida
                                    Presto verrò.
 don Ippolito
 Fin che volete in casa resterò.
 il Marchese
 Bravi, bravi davvero.
 donna Florida
 Mai più guerra fra noi.
 don Ippolito
                                             Mai più contese.
 donna Florida
 Sposo mio di buon cor!
 don Ippolito
                                             Moglie cortese!
 
250   Quell’amor che il primo dì
 per voi, cara, mi ferì
 torni in petto il mio diletto
 più felice a ravvivar.
 
 donna Florida
 
    Quel desio che fin d’allor
255nel mio seno impresse amor
 più vivace la mia pace
 deh mi faccia un dì provar.
 
 il Marchese
 
    Cari sposi, ah nell’udir
 tali accenti a proferir,
260vengo meno, nel mio seno
 voi mi fate liquefar.
 
 a tre
 
    Pace, pace, dolce amore
 fa il mio core giubbilar.
 
 don Ippolito
 
    Andiam, signor marchese,
265andiam a desinar.
 
 donna Florida
 
    Un poco più cortese, (A don Ippolito)
 ci venga ad onorar. (Al marchese)
 
 il Marchese
 
    Andiamo, se vi piace.
 
 a tre
 
 E che si viva in pace,
270mai più s’ha da gridar.
 
 La SANDRA e detti
 
 Sandra
 
    Schiavo signori.
 
 don Ippolito
 
 Bene arrivata;
 siete aspettata.
 
 donna Florida
 
 Che cosa vuoi? (A Sandra)
 
 don Ippolito
 
275Viene con noi. (A donna Florida)
 
 donna Florida
 
 Viene a che far? (A don Ippolito)
 
 don Ippolito
 
 Per desinar. (A donna Florida)
 
 Sandra
 
    Fatto l’invito
 m’ha suo marito. (A donna Florida)
 
 donna Florida
 
280(S’ha un torto simile
 da sopportar). (Da sé)
 
 il Marchese
 
    (L’acqua s’intorbida
 per il mangiar). (Da sé)
 
 Sandra
 
    Che? Non si degna? (A donna Florida)
 
 don Ippolito
 
285Che? Non volete? (A donna Florida)
 
 donna Florida
 
 No che non voglio.
 
 il Marchese
 
 (Cresce l’imbroglio).
 
 don Ippolito
 
 Ci ha da venire.
 
 donna Florida
 
 Non ci verrà.
 
 don Ippolito
 
290   L’hai da soffrire. (A donna Florida)
 
 donna Florida
 
 Questo non già.
 
 il Marchese, Sandra a due
 
    Fra lor si scaldano,
 fra lor s’accendono;
 che mai sarà?
 
 donna Florida
 
295   Temeraria, via di qua. (A Sandra)
 
 Sandra
 
 Ehi parlate come va. (A donna Florida)
 
 donna Florida
 
    Villanaccia.
 
 Sandra
 
                           Superbaccia.
 
 il Marchese, don Ippolito a due
 
 Deh cessate; deh lasciate;
 non facciam pubblicità.
 
 donna Florida
 
300   Vuoi andare? (A Sandra)
 
 Sandra
 
                                Ci vuo’ stare. (A donna Florida)
 
 donna Florida
 
 Disgraziata. (A Sandra)
 
 Sandra
 
                          Malcreata. (A donna Florida)
 
 il Marchese, don Ippolito a due
 
 Deh tacete, se potete,
 che la cosa finirà.
 
 donna Florida, don Ippolito a due
 
    (Si sospenda il desinare,
305che pensare si potrà).
 
 il Marchese
 
    (Già me l’ero immaginato.
 Desinare sei andato).
 Mi vien certa volontà.
 
 a quattro
 
 Ma... no... sta... (Rabbiosi)
 
 donna Florida
 
310   Villanaccia.
 
 Sandra
 
                           Superbaccia.
 
 donna Florida
 
 Disgraziata.
 
 Sandra
 
                         Malcreata.
 
 a due
 
 Mi vien certa volontà.
 
 il Marchese, don Ippolito a due
 
    Deh tacete, se potete,
 che la cosa finirà.
 
 Il fine della prima parte