Bertoldino e Cacasenno Bertoldo, Venezia, Fenzo, 1749

Vignetta Frontespizio
 SCENA V
 
 RE, REGINA, ERMINIO ed AURELIA
 
 Re
 Deh placate lo sdegno.
 Regina
735Itene lungi, indegno,
 ho veduto abbastanza,
 bella fé, bell’amor, bella costanza!
 Re
 Se scherzai con Menghina,
 perdon vi chiedo. Io non offesi, o cara,
740l’amor mio, la mia fé. V’amo, v’adoro.
 Voi siete il mio tesoro,
 deh mio bel nume irato,
 deh placate il rigor.
 Regina
                                      Siete un ingrato.
 Re
 S’io l’amo, se tradisco
745l’affetto coniugale, Erminio il dica.
 Ei, che de’ miei pensieri
 sempre a parte chiamai,
 vi dirà che son fido e ch’io scherzai.
 Regina
 Conosco l’arte e invan vi lusingate
750ch’io presti fede al labro lusinghiero.
 Quel ch’io vidi ed intesi è troppo vero.
 Re
 (E cedere non vuol? Partir conviene).
 Adorato mio bene,
 s’io v’offesi con voglia empia e impudica
755o se vi son fedele Erminio il dica.
 
    (Ah che nel dirle addio
 mi sento il cor dividere,
 parte del sangue mio,
 viscere del mio sen).
 
760   Spero che il vostro core
 non sarà meco ingrato,
 che per cangiar di stato
 saprà gradirmi almen.