Bertoldino e Cacasenno Bertoldo, Venezia, Fenzo, 1749

Vignetta Frontespizio
 SCENA XI
 
 Camera reale.
 
 REGINA, poi RE e servi
 
 Regina
445Possibile che tanto
 possa lungi da me star il mio sposo?
 Ahi che meno amoroso io lo pavento.
 Un solo, un sol momento
 lasciar non mi solea. Purtroppo è vero,
450doppo quei giorni del primier diletto
 si stanca l’uom del maritale affetto.
 Re
 Mia cara.
 Regina
                     Ah, se tal fossi,
 men lontano da me traresti l’ore.
 Re
 Io mi trattenni, o cara,
455colla nostra Lisaura,
 frutto de’ nostri coniugali amori;
 ella, ancorché bambina,
 mostra spirto real ne’ suoi prim’anni.
 Regina
 De’ miei penosi affanni
460più non mi doglio, se l’amata figlia,
 con innocente amore,
 gli amplessi mi usurpò del genitore.
 Re
 Lieto son io del vostro amor; conosco,
 cara, quanto mi amate e quanta pena
465vi prendete per me. Grato ne sono
 ma vorrei che l’affetto,
 disgiunto dal sospetto,
 vi lasciasse goder tutto il contento,
 senza provar di gelosia il tormento.
 Regina
470Impossibil mi fia
 amarvi e non morir di gelosia.
 
    Teneri affetti miei,
 vi sento sì, vi sento
 e in così fier tormento
475provar mi fate, oh dei!
 la pena del morir.
 
    Ma voi tacete omai,
 sarà più bella assai
 la gioia mia, se tanto
480è fiero il mio martir.