Bertoldino e Cacasenno Bertoldo, Venezia, Fenzo, 1749

Vignetta Frontespizio
 SCENA IX
 
 ERMINIO dal ponte levatore frattanto che MENGHINA canta scende e vien al basso
 
 Erminio
330Donna gentil e bella,
 ditemi, siete quella
 che sì dolce cantò?
 Menghina
 (Con costui mi vergogno). Signor no.
 Erminio
 Dunque chi fu?
 Menghina
                                La nostra pecorara
335ch’abita qui vicina.
 Erminio
 Eh via, cara Menghina,
 io v’ho sentito colle orecchie mie.
 Non istà ben a dir delle bugie.
 Bertoldino
 Chi è costui? Cosa vuol?
 Erminio
                                               Amico, io vengo
340a ritrovarti d’ordine del re.
 Bertoldino
 Questo re, questo reo, che vuol da me?
 Erminio
 Vuol che venghiate a corte.
 Bertoldino
 E cos’è questa corte? È maschio o femina,
 si mangia o pur si semina?
345Non l’ho veduta mai.
 Erminio
 Vien meco e la vedrai
 ed in essa farai la tua fortuna.
 Bertoldino
 Io farò la fortuna? Oh questa è bella.
 Tanti anni son che la fortuna è fatta.
350Che ne dici Menghina? Oh bestia matta!
 Menghina
 Perdonate, signore,
 la sua simplicità.
 Erminio
                                  Nulla m’offendo;
 so l’innocenza sua. Ma voi, Menghina,
 ricusate accettar la regia offerta?
 Menghina
355Bertoldin, che ne dici,
 quel cavalier mi vuol guidar in corte;
 sei contento ch’io vada?
 Bertoldino
 Non mi par buona strada.
 Tu sei nata villana
360e ti vorrian far far la corteggiana.
 Erminio
 Male non sospettar. Starà Menghina
 presso della regina.
 Bertoldino
                                      Eh signor caro
 credete ch’io non sapia
 che le femine accorte
365sanno far le mezzane anco al consorte?
 Erminio
 Ma il re commanda ed obbedir tu dei.
 Bertoldino
 Che vuol dai fatti miei?
 Menghina
                                              Via, Bertoldino,
 caro, caro, carino,
 andiamo un poco in corte;
370forse migliorarem la nostra sorte.
 Tutto il dì si fatica,
 facciam di noi strappazzo,
 senza un po’ di solazzo, e finalmente
 poco si mangia e non si avvanza niente.
 Bertoldino
375Sì sì, sentito ho a dir che in la città
 certa gente si dà
 che senza faticar sazia sue voglie
 col beneficio d’una bella moglie
 ma io, ti parlo schietto,
380povero esser vorrei, non poveretto.
 Menghina
 Sciocco che sei! Per tutto
 chi giudizio non ha si rompe il collo.
 Il soverchio timor la donna offende;
 e chi pazzo pretende
385la donna tormentar con gelosia
 quello gl’insegna a far che non faria.
 Bertoldino
 Quando dunqu’è così, vattene pure.
 Menghina
 Ancor tu dei venir.
 Bertoldino
                                     Verrò ma prima
 voglio dal padre mio qualche consiglio.
390E vuo’ meco condur anco mio figlio.
 Menghina
 Sì sì, ne avrò piacer.
 Erminio
                                        Via su, venite. (A Menghina)
 Porgetemi la man.
 Bertoldino
                                     Non ha bisogno;
 sa caminar da sé.
 Menghina
                                   Vuol la creanza
 che si vada all’usanza.
395Benché fra boschi nata
 del costume civil son informata.
 
    Io so quel che costumano
 le donne in la città;
 due cicisbei le servono,
400un qua, l’altro di là.
 La testa sempre in giro,
 qua un vezzo, là un sospiro
 ma tutti due li mandano...
 Voi m’intendete già.
 
405   I cicisbei si credono
 di posseder quel core;
 ma un giorno poi si avvedono
 del concepito errore.
 E poscia se la battono
410con tutta civiltà.