Il povero superbo, Venezia, Fenzo, 1755

Assente nell'edizione Zatta Frontespizio
 SCENA PRIMA
 
 Gabinetto in casa di Pancrazio.
 
 Il CONTE, poi PANCRAZIO e DORISBE in disparte
 
 Conte
1145Alfin convien risolvere;
 convien che parli io stesso
 al padre del mio bene
 e chieda il refrigerio alle mie pene.
 Spero che da Lisetta
1150sarà stato avvisato e qui l’attendo
 incerto fra la speme ed il timore,
 oh quanto sei crudel nume d’amore.
 Pancrazio
 Chi mi vuol, chi mi chiama.
 Conte
                                                     Io son...
 Pancrazio
                                                                      Che vuole?
 Conte
 Conferire con voi quattro parole.
 Pancrazio
1155Parli pure; ma prima
 mi dica chi lei è,
 che s’io non lo conosco
 non dee parlar con me.
 Conte
                                             Non conoscete
 di Montebello il conte?
 Pancrazio
1160Mi pare e non mi par... (Pensa) Lo conosco.
 Conte
 Dunque del buon Pandolfo,
 che fu vostro fedel sincero amico,
 scordato già vi siete
 o per me ricordar non lo volete?
 Pancrazio
1165Oimè, che nome! Un tal dolor mi sveglia
 che non so come fare
 il pianto a raffrenare.
 Fu quasi mio fratello.
 Conte
 Ora ravvisate il mio buon padre in quello.
 Pancrazio
1170Sì lo conosco bene;
 mi dica che gli occorre e parli libero.
 Conte
 Signor Pancrazio mio
 Dorisbe vostra figlia
 adoro riverente ed amoroso
1175e l’onor bramerei d’esserle sposo.
 Pancrazio
 Sì signor.
 Conte
                     Voi sapete
 lo stato di mia casa
 e sapete quant’io sia ritenuto.
 Pancrazio
 Oh benissimo io l’ho riconosciuto.
 Conte
1180L’amabile Dorisbe
 è del mio amor contenta
 e solo aspetto il vostro genio udire.
 Pancrazio
 Ho inteso, ho inteso tutto,
 Dorisbe sarà vostra.
 Conte
                                       E quali grazie
1185rendere al vostro amor potrei signore?
 Io v’offro in ricompensa un grato cuore.
 
    Padre, nell’alma io sento
 nascere un tal contento
 che placido mi dice
1190che alfin sarò felice
 col caro amato ben.
 
    Quel nero ciglio e il volto
 ov’è ogni bello accolto
 stringerà il cuore amante
1195che or va saltando in sen.