Il povero superbo, Venezia, Fenzo, 1755

Assente nell'edizione Zatta Frontespizio
 SCENA VIII
 
 Gabinetto in casa di Pancrazio.
 
 MADAMA e PANCRAZIO
 
 Madama
 Io la voglio così, non replicate.
 Se vi piace l’offerta
780abbracciatela tosto o me ne vo.
 Pancrazio
 Bene ho inteso. Madama io penserò.
 Madama
 Non v’è tempo a pensar, via rissolvete.
 Io son ricca, il sapete,
 son bella, lo vedete,
785son buona, il proverete, e poi e poi
 pare che nata apposta io sia per voi.
 Pancrazio
 Grazie, grazie madama. Io mi ricordo
 assai ben la lezione.
 Madama
                                       Replicatela.
 Pancrazio
 Diceste che volevi
790piante da seminar nel giardinetto.
 Madama
 Il diavol che vi porti!
 Parlai del matrimonio progettato.
 Pancrazio
 Della figliuola mia non ho parlato.
 Madama
 Ma scusate Pancrazio
795questa maniera vostra è assai incivile,
 non son donna sì vile
 che meriti per scherno esser trattata
 con sì poca creanza.
 Pancrazio
                                       Oh ciel? Madama
 mi torni a replicar ciò ch’ella brama.
 Madama
800V’ho detto di sposarvi.
 Pancrazio
                                            Oh bene, oh bene!
 Madama
 Ma con patto però che mi lasciate
 in libertà di far ciò che mi piace.
 Pancrazio
 Oh brava, oh brava! Viveremo in pace.
 Madama
 Di mode e servitù farò provista;
805io vo’ gioie e carozza
 e come s’usa in oggi dalla gente
 io doppio voglio il cavalier servente.
 Pancrazio
 Abbiatene anche tre, nulla m’importa.
 Madama
 Nel teatro vuo’ palco
810e vuo’ conversazione
 tre giorni almen la settimana.
 Pancrazio
                                                         È giusto,
 madama ha ben ragione, io ci ho gran gusto
 e poi...
 Madama
                E poi il mio core
 solo per voi sarà arrostito e cotto.
815Voi sarete il mio ben (o che merlotto!)
 Pancrazio
 Eh via rider mi fate.
 Madama
                                        Un altro scherno!
 Pancrazio
 No madama vi dico esser il riso
 dell’interno piacer segno ben chiaro.
 Madama
 Io dunque al matrimonio mi preparo.
 Pancrazio
820Ella è padrona.
 Madama
                               A me dunque la mano
 di sposo porgerete?
 Pancrazio
                                       Oh piano, piano,
 le cose non vo’ far con tanta fretta
 e consigliar mi voglio con Lisetta.
 Madama
 Oh bella, oh bella affé. Voi posponete
825ad una serva vile una signora
 che vi stima cotanto e che v’adora?
 Figlia d’un generale de’ cavalli,
 son ricca d’ogni ben che amor comparte;
 orsù poche parole,
830non mi merita no chi non mi vuole.
 
    Un brutto vechiaccio
 stizzoso, insolente
 non speri godere
 di donna gentile
835l’amore e la fé.
 
    Il vero vi dico,
 io voglio al mio lato
 un giovin garbato
 che meriti amor.
840Stizzoso vecchietto
 vi mando e stramando,
 non fate per me.