Il povero superbo, Venezia, Fenzo, 1755

Assente nell'edizione Zatta Frontespizio
 SCENA XV
 
 Stanze vicino alla cucina.
 
 Il CAVALIERE con alcuni fogli in mano e SCROCCA
 
 Scrocca
 Signore, io non ne ho colpa.
 Questi son tre saluti
350che col mezzo de’ lor procuratori
 v’hanno mandato i vostri creditori.
 Cavaliere
 Indegni disgraziati
 se vado alla città
 voglio lor insegnar la civiltà.
 Scrocca
355Volete ch’io v’insegni
 a farvi rispettar da vostro pari?
 Cavaliere
 Di’ che ho da far.
 Scrocca
                                  Dategli i lor danari.
 Cavaliere
 Sono trecento scudi,
 qualche volta ne ho che me ne avvanzano,
360qualche volta mi mancano
 ed ora per esempio...
 Scrocca
 Già non si sente alcuno,
 or per esempio non ne avete uno.
 Cavaliere
 Scrocca porgimi aiuto.
365Se un caso tal si sa
 perde la nobiltà del suo decoro,
 fanno trecento scudi il mio martoro.
 Scrocca
 Osservate signore
 chi vi potrà aiutar quando il volesse.
 Cavaliere
370Chi? Lisetta?
 Scrocca
                            Ella appunto.
 Ella che del padrone
 maneggia il cuor non che l’argento e l’oro,
 che un picciolo tesoro
 sotto le chiavi sue tien custodito,
375ella vi può aiutar presto e pulito.
 Cavaliere
 Come li chiederò?
 Scrocca
                                    Vi vuol cervello,
 si chiedono a livello,
 si esibisce di dare il sei per cento.
 Si fa un bell’istromento;
380si nascondono i guai
 e il capitale non si paga mai.
 Eccola qui, vi lascio.
 Sono trecento scudi e ramentate
 che anderete in prigion se non pagate. (Parte)