Il povero superbo, Venezia, Fenzo, 1755

Assente nell'edizione Zatta Frontespizio
 SCENA VIII
 
 Sala in casa di Pancrazio.
 
 DORISBE e PANCRAZIO
 
 Dorisbe
 È degno del mio affetto
 di Montebello il conte
175ma dubito che voglia il ciel tiranno
 negarlo all’amor mio. Ma qui s’appressa
 il caro genitor. Scoprir qual sia
 vuo’ la sua volontà.
 Pancrazio
                                     Figliola mia
 ben trovata, che fai? (Pancrazio vien caminando e nel passare vede la figlia)
 Dorisbe
                                         Padre diletto
180come vi ritrovate in questo giorno?
 Pancrazio
 Sto bene e son venuto... (Pensa)
 A che far?... Non lo so.
 Dorisbe
 Oh che bella memoria!
 Pancrazio
 Non mi sturbate, or or ci pensarò...
185Affé che mi sovviene,
 io venni... Ma a che far?
 Dorisbe
                                              Così va bene.
 (Vuo’ parlargli e impegnarlo a mio favore).
 Amato genitore
 poss’io sperar dall’amor vostro un pegno?
 Pancrazio
190Parla figliola mia, tutto otterrai.
 Dorisbe
 Ah caro genitor...
 Pancrazio
                                  Mi ricordai
 il perché venni qui.
 Dorisbe
                                       Siamo da capo.
 Pancrazio
 Ma parla.
 Dorisbe
                     Se m’udite
 io tutto vi dirò.
 Pancrazio
                               Parla, t’ascolto.