Bertoldino e Cacasenno Bertoldo, Venezia, Fenzo, 1749

Vignetta Frontespizio
 SCENA PRIMA
 
 Camera nel palazzo del re.
 
 RE, REGINA, AURELIA, ERMINIO, paggi e servi reali
 
 coro
 
    Amor discenda
 lieto e sereno;
 fecondo renda
 d’Aurelia il seno
5e doni pace
 d’entrambi al cor.
 
 Re
 Germana, è questi il giorno
 fortunato per voi. Prencipe, alfine
 consolato sarete. Il vostro affetto,
10benché celato in petto,
 penetrai, non mi spiacque e fui contento.
 Delle vostre dolcezze ecco il momento.
 Regina
 Principi, a parte anch’io
 son del vostro piacer. So quanto amaro
15sia il sospirar d’amore,
 quanto mi costi d’Alboino il core.
 Erminio
 Sire, donna real, grazie a voi rendo
 per cotanta bontà. La cara sposa
 stringo contento al seno
20e di gioia e d’affetto ho il cor ripieno.
 Aurelia
 Io del real germano,
 della regia cognata ammiro e lodo
 l’alta clemenza e del mio fato or godo.
 coro
 
    Amor discenda
25lieto e sereno;
 fecondo renda
 d’Aurelia il seno
 e doni pace
 d’entrambi al cor.
 
 Re
30Amico, in questa alpestre
 parte romita, ove abitar io soglio
 nella calda stagion, godremo in pace
 giorni lieti e tranquilli. Io le regali
 cure depongo ed a cacciar le belve,
35alle rustiche feste
 ed ai gioch’innocenti mi preparo,
 ch’ogni piacer, qualor diletta, è caro.
 Regina
 Tutto grato mi fia, nulla noioso,
 vicina al caro sposo.
 Aurelia
40Sempre lieto il mio cor mi balza in petto,
 quando sono vicina al mio diletto.
 Re
 Bell’amor!
 Erminio
                       Bella fé!
 Re
                                         Che bell’amarsi
 senza il morso crudel di gelosia!
 Aurelia
 Non vuo’ la pace mia
45coi sospetti turbar.
 Regina
                                     Sì sì, godiamo,
 tutti fé, tutti amor, tutti costanza,
 lontani ormai dalla odierna usanza.
 Erminio
 Siete forse gelosa?
 Regina
                                     Io non so dirlo;
 io non giungo a capirlo;
50ma se meno mi amasse il caro sposo,
 giustamente il mio cor saria geloso.
 Tanti provai tormenti,
 pria di trovarmi al caro laccio unita,
 che alfin pietoso amore
55non vorrà incrudelir contro il mio core.
 
    Bastan gli affanni miei,
 basta la pena mia,
 senza che un tuo sospetto
 turbi il mio dolce affetto,
60o gelosia crudel.
 
    Perder saprei l’impero,
 viver fra rie catene,
 purché il mio caro bene
 meco non sia infedel.