La scuola moderna o sia La maestra di buon gusto, Venezia, Fenzo, 1748

Vignetta Frontespizio
 SCENA V
 
 Piazza.
 
 ROSMIRA, ERGASTO e DORALBA
 
 Doralba
 Che ne dite, o signori,
 si può veder giammai
 spettacolo più bello?
 Ergasto
                                        Io benché nato
 sotto cielo sì chiaro
240nondimen, perché vissi
 lunga stagion fuori di patria, ammiro
 la pompa misteriosa
 in cui dal venezian l’Adria si sposa.
 Rosmira
 Tal festa si rinova
245ogn’anno in questo dì ma più serena
 né tranquilla così mai la vid’io,
 perché vicina a te, bell’idol mio. (Piano)
 Doralba
 Signora nipotina
 parlate forte. Ergasto
250non badate a costei. Non apre bocca
 che non dica freddure e sciocherie.
 Rosmira
 (L’usate gelosie).
 Ergasto
 Anzi mi par che molto ben ragioni.
 Doralba
 Ah di grazia signor non la lodate.
255Ergasto, e voi che dite
 dell’aureo bucintoro?
 Allor che grave preme il dorso al mare
 agl’occhi miei sempre più bello appare.
 Ergasto
 Tutto è bello; ma senza un amoretto
260che qui mi tien legato
 alla mia patria ormai sarei tornato.
 Rosmira
 Segno che quivi ancora
 amor impera. Egli il suo trono inalza
 dov’è bellezza e gioventù.
 Doralba
                                                 Che sciocca!
265Spirito e non bellezza,
 senno, non gioventù richiede amore.
 Rosmira
 Ma so ben...
 Doralba
                         Che sapete?
 Pria di parlar d’amor, trent’anni almeno
 studiarlo è d’uopo.
 Rosmira
                                     Adunque
270crederete voi sola...
 Doralba
 Silenzio nipotina e più rispetto,
 intanto vi ringrazio
 della vostra gentil conversazione.
 Già voi sapete Ergasto
275che m’è caro il vedervi a me dappresso.
 Non sia quell’alma vostra
 tanto verso di noi di grazie avara.
 Ergasto
 Verrò (ma sol per voi Rosmira cara).
 Rosmira
 (Ah che giova o mio ben? Voi ben sapete
280che vuol fato tiranno
 ch’io v’adori e non speri un dì sereno
 ma viva ognor alle procelle in seno).
 Doralba
 Già m’intendeste Ergasto,
 qualor mi degnerete
285delle visite vostre
 ben veduto sarete, al vostro merto
 tutto si deve ed io
 che lo conosco a pieno
 con rispetto e con stima
290vi consacro quel cor che chiudo in seno.
 
    Vedrai che son fedele,
 vedrai che non t’inganno,
 non posso oh dio l’affanno
 nel seno più celar.
 
295   Amante è ver son io
 ma fido l’amor mio
 pace non sa trovar.